Morte Gianluca Bertoni, distrutte le prove: 30 anni dopo alla ricerca della verità

Gianluca Bertoni, ancora senza colpevoli il caso del ventiduenne scomparso la sera del 7 dicembre 1990 da Somma Lombardo, in provincia di Varese. Il suo cadavere verrà ritrovato nel Lago Maggiore in un sacco della spazzatura.

gianluca bertoni
Morte Gianluca Bertoni, distrutte le prove: 30 anni dopo alla ricerca della verità

Era uno studente, un bravo ragazzo. Gianluca Bertoni uscì di casa la sera del 7 dicembre 1990. Abitava con i genitori a Somma Lombardo, in provincia di Varese. E’ stato ritrovato morto nel Lago Maggiore, in un sacco della spazzatura. Le indagini non sono riuscite a dare un volto all’assassino del ventiduenne, a oltre 30 anni di distanza la famiglia cerca giustizia.

Undici sospettati, nessun colpevole. Ad oggi il suo fascicolo è ancora aperto perché il Gip non ha dato risposta alla richiesta d’archiviazione del Pm il 29 settembre. Un fascicolo violentato dall’imperizia di chi in Tribunale a Varese ha deciso la distruzione dei reperti che oggi, grazie alla tecnologia e agli esami del Dna, avrebbero potuto essere risolutivi.

LEGGI ANCHE >> Droga, piazza di spaccio centro e nord Italia: 20 arresti. Sequestrati armi e denaro

Gianluca Bertoni, ucciso con un colpo alla testa e gettato nel lago

gianluca bertoni
Gianluca Bertoni, ucciso con un colpo alla testa e gettato nel lago

L’autopsia rivelò “lesioni cranio encefaliche provocate da un violento colpo”, fu ucciso con un colpo alla testa, verosimilmente sferrato con un bastone. Il suo corpo fu gettato nel Lago Maggiore, legato a un masso. Il cadavere riaffiorò dalle acque, aprendo un caso che, a oltre 30 anni di distanza, non ha ancora un colpevole. Il padre ha vissuto incollato al telefono di casa, nel caso in cui i rapitori avessero chiamato per chiedere un riscatto.

LEGGI ANCHE >> Ucraina, per la Casa Bianca nessuna ritirata: “Aggiunti 7mila soldati russi” negli ultimi giorni

Telefono che non squillò mai, Gianluca fu fermato, fatto scendere dalla macchina e bloccato appena uscito dal cancello di casa, trasferito su un’altra vettura. Fu portato in un bosco frequentato da eroinomani e ucciso. I genitori Giancarlo e Laura non vollero mai un avvocato. Una scelta coraggiosa, dettata dalla fiducia riposta nelle Istituzioni, negli uomini e nelle donne dello Stato.

Impostazioni privacy