Società contatori dell’acqua: multa di 10 milioni di euro dall’Antitrust

L’Antitrust ha sanzionato con una multa di ben 10 milioni di euro alcune società attive nella fornitura dei contatori dell’acqua. L’accusa è intesa anticoncorrenziale

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Società contatori dell’acqua: multa per 10 milioni di euro (Pixabay)

Ad annunciarlo in una nota l’Autorità garante per la Concorrenza e del Mercato. La maxi multa recapitata ad alcune società di forniture idriche è ben oltre i 10 milioni di euro. Secondo l’Antitrust in soli 8 anni (dal 2011 al 2019) Le gare indette da diversi gestori del Servizio Idrico Integrato per l’approvvigionamento di contatori idrici ad uso domestico o industriale per la misurazione legale dei consumi sono state ampiamente condizionate.

L’Autorità Garante ha quindi scoperto un’intesa anticoncorrenziale che ha condizionato oltre 161 gare.
La cifra della multa commissionata alle diverse società corrisponde a circa un quinto del fatturato generato dalle gare alterate illegalmente.

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Società contatori dell’acqua: multa di 10 milioni di euro dall’Antitrust

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antitrust, multa di oltre 10 milioni di euro a società contatori dell’acqua (Pixabay)

Come riportato dall’ansa, le sanzioni riguardano diverse società. Nello specifico:

  • la società G2 Misuratori S.r.l.;
  • Maddalena S.p.a.;
  • Itron Italia S.p.a.;
  • Sensus Italia S.r.l. a Socio Unico;
  • WaterTech S.p.a..

Queste società sono le principali operanti nel settore idrico che si sono aggiudicate oltre il 90% dei lotti censiti nel periodo. Nella nota dell’Antitrust si legge che la concertazione delle società in questione era ben organizzata, realizzata avvalendosi di tutte le modalità di contatto offerte dal fax all’uso dell’applicazione WhatsApp e a Skype, oltre che di frequenti incontri informali.

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Infine, nell’organizzazione partecipativa della gara le strategie da usare erano definite: dalle indicazioni di prezzo minimo o di sconto massimo per gli offerenti che appoggiavano le scelte alle indicazioni a non partecipare, sino a definire anche la motivazione da presentare alla stazione appaltante.

Secondo l’Autorità questo coordinamento di intesa ha spazzato via il confronto competitivo tra le parti compromettendo in modo irreparabile il normale gioco concorrenziale tra le parti nelle procedure di gara apportando, così, danni alle amministrazioni pubbliche appaltanti.

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