Crisi Ucraina, Gianluca Pastori (Ispi) a Free.it, “Guerra ibrida, ma nuovo rapporto tra Usa e Nato”

La crisi Ucraina resta accesa e scottante. Nonostante passino le ore, la tensione cresce e non diminuisce. Putin ha replicato duramente alle parole di ieri sera di Biden e si dice pronto a rispondere con duretta alle sanzioni imposte dall’Occidente. Intanto, però, il presidente ucraino Zelensky conferma che l’Ucraina vuole aderire alla alla Nato, nonostante il veto di Putin. E alle motivazioni geopolitiche s’intrecciano le questioni economiche per la dipendenza dell’Europa dal gas russo. Al quotidiano online Free.it il commento di Gianluca Pastori, docente di relazioni internazionali e analista dell’Ispi.

Crisi Ucraina, Gianluca Pastori (Ispi) a Free.it, “Guerra ibrida, ma nuovo rapporto tra Usa e Nato”

La crisi Ucraina rimane ancora incandescente. Questa mattina, Kiev ha richiamato alle armi i riservisti tra i 18 e i 60 anni per prepararsi a una possibile guerra. Intanto Vladimir Putin ha risposto alle parole pronunciate da Biden nel suo discorso di ieri sera. Il presidente statunitense ha annunciato dure sanzioni e Mosca ha fatto sapere che “la risposta russa sarà forte e dolorosa”. I toni restano accesi tanto che questa mattina il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha riferito in aula. “Margini ridotti per evitare la guerra”, ha detto. Al quotidiano online Free.it il commento di Gianluca Pastori, docente di relazioni internazionali e analista dell’Ispi.

Di Maio in Senato ha detto che si riducono i margini per evitare la guerra. Ma che guerra sarà?

“Bella domanda. Intanto si tratta di capire se una guerra l’avremmo veramente o se questa tensione non è destinata a sfociare in qualcosa di diverso. Nel caso dovesse esserci una guerra, sarà sicuramente a abbassa intensità. Io, però, non credo che la Russia abbia intenzione di infilarsi in un confronto ad alta intensità, chi sarebbe sicuramente costoso anche per lei. Sia in termini umani sia in termini materiali. Una frozen war, una guerra fredda è abbastanza simile a quella che abbiamo visto in questi giorni, ma anche in questi anni nelle regioni del Donbass. Ci sarà una occupazione di territorio essenzialmente da parte di forze paramilitari supportate da reparti regolari. E soprattutto, a mio modo di vedere, vedremo dispiegare un armamentario ibrido che la Russia ha dimostrato di saper usare tanto bene”.

Per armamentario ibrido s’intende anche cyber guerra?

“Negli anni scorsi Putin ha dimostrato la sua potenza nella cyber guerra, con attacchi hacker, strategia informativa e di disinformazione, con propaganda e fake news”.

Dopo il lunghissimo discorso di Putin, ieri la replica di Biden è stata molto concisa. Se l’aspettava?

“Diciamo che, da un certo punto di vista sì. Dopo il conoscimento delle repubbliche separatiste, la scelta che aveva a disposizione la Casa Bianca era tutto sommato una scelta limitata. Si trattava semplicemente di dare la luce verde a dei provvedimenti che erano già stati ampiamente annunciati e concordati con gli alleati europei. Il discorso corto era in qualche modo prevedibile, così come erano prevedibili i toni duri che hanno caratterizzato il discorso. Vale, però, la pena di notare che, ancora una volta, nonostante la durezza, sia ritornato fuori il discorso della composizione diplomatica della vertenza. Cioè, la posizione ufficiale degli Stati Uniti è che comunque deve essere la diplomazia, la politica a trovare una soluzione alla crisi. La soluzione non può essere affidata né alle armi né alle sanzioni”.

Da tutta questa crisi emerge un nuovo assetto geopolitico in Occidente?

“Forse è un po’ presto per parlare della nascita di un nuovo assetto geopolitico. Stiamo assistendo alla conferma, per certi aspetti drammatica, di tendenze che sono in atto da anni. L’Europa è definitivamente uscita da quello scenario un po’ illusoriamente irenico, un po’ illusoriamente pacifico, determinato dalla fine della guerra fredda. Ma questo è da tempo che lo sappiamo. Così come sono anni che sappiamo che la Russia è impegnata in un processo di ricostruzione del suo ruolo internazionale. Un processo che passa anche attraverso l’affermazione del suo ruolo negli Stati nei territori dell’ex Unione Sovietica”.

LEGGI ANCHE Ucraina, Draghi ferma condanna alla Russia: “Evitare guerra. Violazioni inaccettabili”

Crisi Ucraina, Gianluca Pastori (Ispi) a Free.it, “Nuovo senso di comunità”

Crisi Ucraina, Gianluca Pastori (Ispi) a Free.it, Guerra ibrida, ma nuovo rapporto tra Usa e Nato

Ne esce un rapporto rinnovato tra Stati Uniti e Nato?

“Il nuovo rapporto fra Stati Uniti ed Europa è la cosa più importante e più interessante che esce da questa da questa vicenda. Sì. Nonostante i Paesi europei si mantengano, ognuno a modo suo, dei margini di autonomia, questa volta l’azione di guida degli Sati Uniti è stata molto chiara e presente. Abbiamo visto, almeno a livello di facciata, una sorta di ritorno all’unità transatlantica. Cosa che sembrava essere stata messa in crisi profonda dalla presidenza Trump. E anche prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca, non sembrava molto salda. Ecco, Biden forse riuscito a rilanciare questo senso di comunità. Anche se, chiaramente, questo non vuol dire che le politiche europee siano semplicemente appiattite su quella statunitense”.

Impostazioni privacy