Covid, fisico Sestili a Free.it, “Il picco epidemia a Natale. Le regioni del nord quelle più colpite perché…”

I contagi da Covid in Itala continuano a crescere ma la situazione sembra non essere così grave come ci si poteva aspettare. Lo scenario ipotizzato, anche sulla base di quanto sta accadendo in Europa, faceva presagire un disastro. Così non è, almeno per ora. Cosa raccontano i numeri di questi giorni? Al quotidiano online Free.it il fisico fisico Giorgio Sestili.

Il fisico Giorgio Sestili ha detto a Free.it che il picco dell’epidemia a Natale

“Siamo ancora in una fase di crescita, oggettivamente non facile”. Lo ha detto il Ministro della Salute Roberto Speranza proprio questa mattina. Oggi è venerdì e come sempre c’è l’analisi dei dati della cabina di regia delle Regioni. Ma lo scenario non è così sconfortante come si poteva immaginare qualche settimana fa. Cosa raccontano i numeri di questi giorni? Al quotidiano online Free.it il fisico e divulgatore scientifico Giorgio Sestili.

Cosa raccontano i numeri dal suo punto di vista?

“Siamo ancora in una fase di crescita dell’epidemia, anche se questa fase di crescita sta rallentando sempre di più. Nell’ultima settimana, i contagi sono aumentati del 13% rispetto a sette giorni fa, il che significa che abbiamo avuto 104mila nuovi positivi in una settimana. Ma c’è comunque un rallentamento, considerando che nelle settimane precedenti la crescita era del 25%.  Questo significa che, probabilmente, ci stiamo avvicinando al picco. Ecco, il picco dei casi è molto vicino e potrebbe essere raggiunto nelle prossime settimane, o al più tardi a Natale”.

Negli ospedali com’è la situazione?

“La situazione nelle terapie intensive continua ad essere sotto controllo, nel senso che ci sono circa 7 regioni che hanno superato la soglia del 10%. Che, però, appunto, non è una soglia così allarmante. Probabilmente molte di queste regioni diventeranno di colore giallo, il che è positivo perché comunque significa che alziamo delle barriere contro il virus. Anche in questo caso, secondo le nostre analisi, sia le terapie intensive che i decessi stanno già raggiungendo il picco dei casi. Quindi, molto probabilmente potremmo cominciare a vedere terapie intensive e decessi cominciare a scendere già dalla prossima settimana o tra 10 giorni”.

Tutto merito dei vaccini?

“Sì. La cosa più importante è che i vaccini sono in forte crescita. Sono in aumento sia le terze dosi, ne abbiamo fatte quasi tre milioni nell’ultima settimana, sia le prime dosi. Basti pensare che nell’ultima settimana abbiamo vaccinato 233mila persone con prima dose: significa che sono 233mila persone che non erano vaccinate una settimana fa e adesso lo sono. E’ un fatto importante, perché significa che in un mese noi vaccineremo un milione di italiani in più. E un milione al mese è veramente tanto. Basti pensare che ormai siamo arrivati allo zoccolo duro delle persone che stiamo cercando di convincere a vaccinarsi”.

E questo che sta facendo la differenza rispetto ad altri Paesi d’Europa?

“Avere uno ho due milioni di italiani in più vaccinati nel giro di uno o due mesi.. insomma è veramente tanto. Questo effetto, combinato tra da una il rafforzamento degli anticorpi con la terza dose e i nuovi vaccinati con prima dose sta determinando una quarta ondata in Italia molto più blanda che altrove. Di questo dobbiamo essere contenti, pur mantenendo chiaramente un alto livello di guardia”.

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Covid, il fisico Sestili a Free.it, “A Roma più smartworking e meno contagi”

Per il fisico Sestili a Roma si fa più smartworking e ci sono quindi meno contagi che al nord

Secondo lei perché per esempio io Veneto e il Trentino, sia nelle ondate precedenti anche in questa quarta ondata, restano le regioni più colpite?

“Mah, è difficile dirlo. In generale, sono sempre quelle del nord le province più colpite. In questo momento l’incidenza maggiore la troviamo nella provincia autonoma di Bolzano e in Friuli Venezia Giulia. E ancora in Veneto, in Val d’Aosta. Poi in Emilia Romagna, nella provincia autonoma di Trento e in Liguria. Quindi praticamente tutte le regioni del nord sono ai primi posti. Tranne la Lombardia, che in questa fase se la sta cavando un po’ meglio rispetto a Marche Piemonte Lazio”.

Quindi è il nord in generale il più colpito?

“Sicuramente quelle del nord sono le province italiane con una maggiore densità abitativa, e questo è sicuramente un primo motivo molto importante. Sono le regioni che confinano via terra con gli altri Paesi europei e quindi è più facile che ci sia trasmissione del virus da un paese all’altro. Perché, come sappiamo, gli scali aeroportuali sono molto più facilmente controllabili di chi invece si muove via terra. Questo è un secondo motivo. Il terzo motivo perché al nord si concentra gran parte della produzione manifatturiera italiana. Sono fabbriche dove non è possibile lavorare in smartworking, e quindi nei luoghi di lavoro si concentrano tantissimi contagi. Anche Roma è una grandissima città con milioni di abitanti e con un’alta densità abitativa. Però è fatta soprattutto di uffici e c’è tantissima gente che lavora e smartworking. Questo permette di avere i contagi più bassi”.

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