Cingolani, “ma quale bla bla bla”. La stoccata decisa a Greta Thunberg

Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha criticato questa mattina l’attivista climatica Greta Thunberg nel corso di una trasmissione radiofonica. Per Cingolani, la ragazza svedese pecca di “eccesso di semplificazione“. L’esponente del governo Draghi ha poi parlato di energia nucleare e caro-bollette.

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Cingolani, “ma quale bla bla bla”. La stoccata decisa a Greta Thunberg

Se c’è qualcuno che non fa solo bla bla bla, quello sono io. Greta l’ha detto a me, ma anche agli altri attivisti, che ci sono rimasti molto male. Quando continui a dire che tutto il mondo è fatto di imbecilli, poi devi farti anche qualche domanda“. Lo ha affermato Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, parlando a ‘The Breakfast Club’, programma di Radio Capital.

Il riferimento di Cingolani è ovviamente all’espressione utilizzata da Greta Thunberg in merito alla recente Cop26 e nello specifico sull’atteggiamento avuto dai leader politici mondiali, a suo giudizio insoddisfacente di fronte alle sfide ambientali della nostra epoca. Cingolani ha invitato la Thunberg a non semplificare: “Il problema è un pò più complicato. E’ troppo semplicistico dire che tutti non stanno facendo nulla, questa è la più grande sfida che l’umanità si trova ad affrontare. Non ci sono libri o regole già scritte. Capisco le contestazioni giovanili, ma non apprezzo l’eccesso: qui c’è stato un eccesso di semplificazione“, ha aggiunto il Ministro, finito nelle scorse settimane nel mirino dei movimenti contro la crisi climatica per alcune sue esternazioni sull’energia nucleare.

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Cingolani su nucleare: “Fusione risolverà i nostri problemi”

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Cingolani su nucleare: “Fusione risolverà i nostri problemi”

Nel corso dell’intervista, Cingolani è tornato proprio sulla sua posizione in materia di energia nucleare: “Con le tecnologie attuali è difficile pensare al nucleare come a una soluzione, ma su questo bisogna studiare e sperimentare“, ha dichiarato il Ministro. Cingolani si dice comunque convinto che in futuro il nucleare possa essere una soluzione per salvaguardare contemporaneamente tutela dell’ambiente e crescenti esigenze di consumo energetico. “La fusione risolverà i nostri problemi, tra qualche decade forse. Quindi la mia risposta al nucleare è convintamente sì, purché non si vada a slogan o seguendo vecchie tecnologie“, ha aggiunto Cingolani.

Una posizione che ha subito fatto scattare la risposta di Eleonora Evi e Angelo Bonelli, portavoce nazionali di Europa Verde. I due hanno invitato Cingolani a presentare le dimissioni, dopo averlo definito “ministro del Greenwashing ossessionato da Greta Thunberg“. Cingolani starebbe portando l’Italia “verso il nucleare, senza un voto nel Parlamento“. Inoltre, non avrebbe mai nascosto “il suo voto favorevole all’inserimento del nucleare nella tassonomia verde UE per fare un favore alla Francia, che così potrà utilizzare i fondi della transizione ecologica per finanziare l’industria nucleare, totalmente indebitata“, aggiungono i due.

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Cingolani su caro-bollette: “Italia molto debole, speriamo in avvio North Stream”

Il ministro ha poi parlato del caro-bollette: “Dipende dall’aumento enorme che c’è stato del prezzo del gas. Un 80% dipende da questo, il restante 20% da un aumento del prezzo dell’anidride carbonica. La speranza è che nella seconda metà del prossimo anno il prezzo del gas scenda, in concomitanza con l’apertura del North Stream“. Il riferimento di Cingolani è al secondo oleodotto per il trasporto gas dalla Russia alla Germania, elemento che potrebbe incidere sulla politica energetica italiana.

E’ chiaro che siamo nelle mani di un mercato globale, l’Italia è molto debole perché noi purtroppo importiamo quasi tutta l’energia perché abbiamo fatto questa scelta politica“, ha spiegato Cingolani, che ha poi aperto allo sfruttamento delle risorse energetiche presenti sul nostro territorio. Per il ministro, però, “l’opzione non è trivellare di più, ma utilizzare al massimo i giacimenti che già ci sono, e che casomai sono stati chiusi ma che in un anno si possono riaprire“.

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