Green Pass falsi, 9 sequestri: coinvolto anche un vip

I carabinieri del Nas hanno posto sotto sequestro i Green Pass dopo un’indagine condotta dalla Procura di Roma: bloccata la certificazione di un vip molto noto.

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Green pass falsi e nuovi sequestri a Roma

Le certificazioni verdi sequestrate riguarderebbero anche un magistrato a riposo, così come evidenziato dall’Adnkronos. L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Telo, l’ipotesi di accusa è quella di falso. Alcuni di questi Green Pass sarebbero serviti per accedere nei locali pubblici. Nel frattempo il ministero della Salute avrebbe provveduto a disattivarli e renderli del tutto inagibili.

Coinvolto anche un altro medico per la vicenda dei Green Pass falsi. I certificati sono stati sequestrati dopo quanto richiesto dalla Procura di Roma. Tutto sarebbe partito da una perquisizione delle forze dell’ordine all’interno dello studio di un medico di base. Il professionista avrebbe rilasciato la certificazione falsa ad almeno dieci persone, ma le indagini non si sarebbero fermate.

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Green Pass falsi, chi è il vip coinvolto

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Green Pass falsi sequestrati a Roma

Sarebbe stato sequestrato il Green Pass falso anche al comico Pippo Franco, questo è quanto riportato dall’Adnkronos. Di recente l’artista era stato intervistato a L’aria che tira su La7, ma non aveva voluto dichiarare se avesse aderito o meno alla campagna vaccinale.”Ho il green pass, più di questo non posso dire“, aveva dichiarato Pippo Franco in diretta televisiva. Il comico è stato di recente candidato alle elezioni comunali a Roma con Enrico Michetti, candidato del centrodestra che ha perso il ballottaggio con l’ex ministro Roberto Gualtieri. L’Ansa avrebbe parlato addirittura di Green Pass sequestrati ad alcuni familiari del comico romano.

Fra gli indagati ci sarebbe anche un medico di base (lavora come odontoiatra ndr) che avrebbe ricevuto venti fiale di vaccino con le quali ottenere 120 dosi. In realtà, invece, ne risulterebbero somministrate 156. Le indagini avrebbero inoltre appurato che il giorno della data di somministrazione, alcuni indagati non si sarebbero presentati. Altri avrebbero invece ricevuto il vaccino in una data successiva rispetto a quella presente sul Green Pass. La scoperta è avvenuta dopo i controlli di ricette mediche, documentazione di tipo sanitario ed elenco dei pazienti. 

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