Influenza e Covid-19 stanno creando una situazione molto difficile nei reparti di pronto soccorso degli ospedali. Quest’anno, infatti, la stagione influenzale, con la cosiddetta influenza australiana, ha avuto un inizio piuttosto brusco, senza considerare la diffusione ancora continua del Covid 19. Ne ha parlato in ESCLUSIVA Free.it il professor Giovanni Di Perri, direttore di Malattie Infettive presso l’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino.
Un mix pericoloso che ha fatto crescere del 50%, rispetto a settembre scorso, gli accessi al pronto soccorso.
E la situazione non potrà che peggiorare nelle prossime settimane, soprattutto durante il periodo festivo, quando solitamente lo scambio dei virus è maggiore. Influenza, quella ribattezzata Australiana e il Covid19 che abbiamo combattuto in questi anni anche e soprattutto grazie ai vaccini, ma che non è ancora stato debellato. Un virus diventato quasi endemico e che sommato alla quantità di virus respiratori tipici del periodo autunnale e invernale , sta di nuovo creando problemi negli ospedali, nelle scuole, negli uffici.
In sostanza negli ambienti più promiscui, compresi quelli in cui ci si reca per curarsi. La situazione di caos generale sarebbe da attribuire anche alla sottostima alle diagnosi di Covid-19, che trova riscontro in un recente studio pubblicato sulla rivista Epidemiologia e prevenzione dell’Associazione italiana di epidemiologia, secondo cui fino a due diagnosi su tre di Covid-19 potrebbero non essere mai state notificate. Inoltre, stando alle stime riportate dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana dal 2 all’8 dicembre 2022, il numero dei tamponi totali è in calo (-5,2%), in particolare i tamponi rapidi del 4,7% e i molecolari del 7,3%.
Free.it allora ha voluto sentire un autorevole parere, quello del professor Giovanni Di Perri, direttore di Malattie Infettive presso l’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino.
Professor Di Perri, siamo tornati di nuovo a sorprenderci, noi italiani, per la presenza dell’influenza: fattore normale o straordinario?
“Sorprenderci non avremmo dovuto proprio, perchè viviamo un fenomeno largamente previsto e prevedibile…Siamo in un inverno di transizione, perchè durante le ultime due stagioni invernali abbiamo indossato mascherine, dispositivi di protezione. Insomma abbiamo affrontato un’immunità di concomitanza, poi il Covid ha diminuito la sua pressione e abbiamo smesso di proteggerci, quindi il virus dell’influenza ha colpito, anche prima del previsto…”
Tutto nella norma dunque, almeno per chi ne sa di medicina. Forse il fatto non nuovo ma al quale non eravamo abituati, ha spiazzato il “cittadino qualunque”. Ma che tipo di influenza è quella che adesso ha costretto a letto mezza Italia?
“Mi devo ripetere, ma la questione sta tutta qui: alla popolazione è mancato quel cimento, quella sollecitazione immunitaria che il Covid19 aveva reso possibile. Parlerei per farmi capire ancora meglio da tutti, del fatto che il nostro sistema immunitario sia stato addormentato per un paio di anni e ora si sta come risvegliando. Pensiamo ad esempio ai bimbi, tanti, al di sotto di 5 anni che si sono ammalati…Loro non sapevano nemmeno cosa fosse l’influenza, ecco perchè sono e sono stati tra coloro che ne hanno pagato e ne stanno pagando lo scotto maggiore”.
Covid e influenza, prof Di Perri a Free.it “Il nostro sistema immunitario addormentato per due anni”
Quanto incide ancora il Covid sulle malattie degli italiani? Stiamo sottostimando la sua circolazione professore?
“Il Covid da un punto di vista numerico è decisamente sottostimato, ormai i tamponi non vengono più eseguiti nelle farmacie ma nelle abitazioni, con i kit fai da te…quindi questo rende complicato capire esattamente il numero delle persone che ne sono affette. Di certo è un Covid diverso quello che colpisce ora: attacca le alte vie respiratorie, affligge soprattutto le persone anziane o comunque con problemi pregressi di salute, i cosiddetti fragili. E poi una considerazione va fatta: l’influenza è stagionale, il Covid non ha stagionalità e questo comporta problemi nel sistema sanitario che si ritrova sovraccarico di casi. La nostra è una sanità massacrata...”
Ma neanche coi reparti stracolmi di persone gravemente ammalate, come durante la fase più acuta della pandemia, abbiamo imparato nulla rispetto al fatto di poter e dover migliorare i nostri ospedali?
“Ma…forse non ne abbiamo avuto nemmeno il tempo. La ristrutturazione che va fatta nella nostra sanità è generale, a cominciare dall’asimmetria evidente tra formazione del personale e numero di posti che occorrono per presidiare il territorio. E’ un discorso lungo, complesso e intanto i nostri medici vanno fuori dall’Italia anche per la sottostima economica con cui vengono trattati!”
Tornando al Covid, all’influenza, al presente insomma…Consiglierebbe un ritorno alle mascherine anche immaginando un picco del virus dell’australiana?
“Ma il picco dell’influenza potrebbe esserci già stato, non necessariamente sarà a Natale. Mentre sulle mascherine dico: le indossino le persone fragili come dicevo, chi sta mal e non è il caso aggravi la sua situazione, gli altri lascino pure perdere…”