Crisi Ucraina, Arturo Varvelli a Free.it “Sarà guerra di logoramento perché…”

Sembrano essere sempre di meno le chance per risolvere pacificamente la crisi Ucraina. Le vie diplomatiche tra Russia e Occidente diventano più strette via via che passano le ore. Biden continua ad annunciare che una invasione russa dell’Ucraina sia molto probabile, ma intanto le diplomazie continuo il dialogo. Che cosa potrebbe succedere nelle prossime ore? A Free.it Arturo Varvelli, direttore dell’European council on foreign relations (Ecfr) di Roma.

Crisi Ucraina, Arturo Varvelli a Free.it, Sarà guerra di logoramento, l’Occidente non ha molto carte da giocare

La crisi Ucraina diventa sempre più infiammabile. Il rischio che una piccola provocazione accenda la miccia della guerra è altissima. In queste ore Kiev ha accusato Mosca di aver colpito diverse zone al confine e intanto Putin ha espulso dalla Russia il vice ambasciatore americano Bart Gorman. Nella lettera che Mosca ha fatto arrivare a Washington, il presidente russo ha di essere “pronto al dialogo” con l’Occidente ma ha anche sottolineato che “le linee rosse e gli interessi strategici russi finora sono stati ignorati”. Una porta aperta per una soluzione pacifica resta, dunque, aperta, a meno che non inizi a una lunga guerra a bassa intensità. Fatta di minacce e cyber attacchi. Il commento della situazione a Free.it è di Arturo Varvelli, direttore dell’European council on foreign relations (Ecfr) di Roma.

Come si stanno mettendo le cose in Ucraina?

“Molto difficile dirlo, ma a me sembra che una invasione vecchio stile penso non ci sarà. Ci sarà, invece, una sorta di guerra di logoramento, con magari delle azioni militari più limitate più circoscritte. Con azioni di warfaire, cyber attacchi. Secondo me verrà attuata una sorta di strategia della tensione da parte di Putin. Il suo obiettivo è tenere alta la tensione, con una situazione di logoramento per l’Occidente. Questo, ovviamente, danneggia le nostre economie, tiene alti il prezzo del petrolio e  del gas, cosa che a Putin fa molto comodo”.

E per l’Occidente come stanno andando?

“Dall’altra parte, guardando a Occidente, abbiamo quasi una campagna elettorale negli Stati Uniti. Sappiamo bene quanto l’elettorato sia sensibile alle guerre e allora vediamo che si lanciano forti allarmi. Che sono veri naturalmente, però anche questo continuo minacciarsi serve ad alimentare la discussione interna all’amministrazione Biden abbastanza in difficoltà. E che, quindi, ha bisogno di mostrare i muscoli”.

La tensione, quindi, sarà duratura?

“Diciamo che l’insieme di tutti questi elementi crea una situazione di tensione che difficilmente verrà a calare. Tra Usa e Russia in mezzo c’è il fronte europeo, che ha pochi strumenti, nonostante abbia governanti molto volenterosi. Lo abbiamo visto in queste settimane con Macron, Scholtz, Draghi. Però abbiamo davvero poche carte in mano da giocare”.

Qual è l’obiettivo di Putin a oggi?

“E’ chiaro che l’obiettivo di Putin è duplice. Da un lato alimentare la tensione, perché lo favorisce e divide gli occidentali, nel senso che crea fratture tra americani e britannici. Mentre Germania e Italia sono più favorevoli a una peacement. Dall’altro, Putin vuole confermare l’idea che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato. Pare che questo non possa essere messo nero su bianco da nessuno, però è l’esito più evidente di questa crisi. Gli occidentali sanno bene che l’Ucraina non entrerà mai. E questo era esattamente quel che Putin voleva mettere ben in chiaro”.

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Non c’è possibilità di alleanza con la Russia?

“Onestamente, noi tendiamo sempre a sottovalutare Putin e la Russia. Reputiamo di classificare, valutiamo e analizziamo sempre ogni cosa con categorie di pensiero molto occidentali. Mentre lui continua a ragionare in maniera molto diversa, sulla security. Siamo su due paradigmi di mentalità molto molto diversi e questo secondo me è un po’ un problema con le relazioni con la Russia”.

Secondo te, dall’inizio della crisi a oggi, il progetto di Putin è cambiato in seguito a tutti i colloqui e le trattative. Oppure è andato diritto per la sua strada?

“C’è una strategia e c’è una tattica. La strategia è l’obiettivo finale ed è quello di una negoziazione sui missili e sugli armamenti dei Paesi Nato circostanti alla Russia. L’altro obiettivo è avere un’Ucraina neutrale in senso filo russo.  Putin vorrebbe un governo amico a Kiev come ce l’ha in Bielorussia. Questa è la strategia. La tattica per arrivarci la sta tarando anche sulle mosse e le contromosse, sul grado di compattezza dell’Occidente.

Io penso che, nonostante ragioni per categorie diverse e sia molto più disposto di noi a utilizzare lo strumento militare (lo abbiamo visto in questi anni nel Donbass, in Siria), sa benissimo che una guerra non è conveniente. Causerebbe molti più problemi di quanti possano essere i vantaggi: perdite umane, costi, polemiche interne, sanzioni economiche l’uscita dallo swift le ricadute sarebbero pesanti. Detto ciò, lui prosegue con gli obiettivi che ci siamo detti”.

 

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