Bimba morta a Torino, si aggrava la posizione del patrigno: le novità dalle indagini

La piccola Fatima di 3 anni è precipitata nel cortile dal quinto piano di una casa a Torino: la condotta del gioco finito male sarebbe indicata come gravissima. Il patrigno 32enne Azhar Mohssine è accusato di omicidio colposo.

Bimba morta a Torino
Bimba morta a Torino, si aggrava la posizione del patrigno: le novità dalle indagini (Immagini Rete)

Il comportamento di Azhar Mohssine sarebbe stato considerato “altamente pericoloso“, soprattutto visto che il compagno della madre della vittima aveva assunto sostanze alcoliche e fatto uso di droga. La bimba morta a Torino aveva solo tre anni, intanto le indagini della Squadra Mobile di Torino vanno avanti. Ascoltate diverse persone per chiarire quanto accaduto.

LEGGI ANCHE >> Omicidio Trieste, indagata la ragazza contesa tra killer e vittima: i nuovi scenari

Le testimonianze raccolte sarebbero quelle della madre Lucia Chinelli e di tre uomini che si sarebbero trovati nella mansarda di Azhar Mohssine al momento della tragedia. Le loro parole avrebbero evidenziato racconti differenti su quanto avvenuto. L’accusato ha dichiarato che la bambina sarebbe scivolata dalle mani mentre stavano giocando sul ballatoio al cosiddetto “vola vola“. Non la pensano così gli inquirenti che invece ipotizzano uno scenario decisamente più agghiacciante.

Bimba morta a Torino, le accuse e le versioni contrastanti

Bimba morta a Torino
Bimba morta a Torino, le accuse e le versioni contrastanti  (Immagine Pixabay)

Nel frattempo il giudice per le indagini preliminari Agostino Pasquariello ha già convalidato il fermo del cittadino marocchino: l’accusa nei suoi confronti è omicidio colposo e non volontario con eventuale dolo, così come invece chiesto dal pubblico ministero Valentina Sellaroli. In questo caso i tempi della misura cautelare si andrebbero a ridurre.

LEGGI ANCHE >> Bimba morta a Torino, compagno della madre incastrato da autopsia

Gli inquirenti hanno intanto raccolte altre testimonianze e accertato i risultati dell’esame autoptico. Non si sarebbe trattato di un gioco terminato in tragedia, piuttosto di un comportamento rischioso. Proprio il 32enne aveva infatti assunto sostanze stupefacenti, da qui la pericolosità di quanto accaduto che sarebbe aumentata in maniera irreparabile, poi la tragedia.

Impostazioni privacy