Lavoro, la storia della Bianchi controcorrente: torna a produrre in Italia

Sono sempre di più i casi di delocalizzazione da parte di aziende con stabilimenti produttivi in Italia. Le sorti dei lavoratori di Gkn, Whirlpool e Caterpillar hanno conquistato negli ultimi tempi l’attenzione del pubblico. Ma c’è anche chi si muove nella direzione opposta. La decisione della Bianchi fa ben sperare. 

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Lavoro, la storia della Bianchi controcorrente: torna a produrre in Italia

C’è il caso dei 422 lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio, provincia di Firenze, licenziati nell’ambito dello spostamento della produzione. Oppure quello dei 300 operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli, obbligati a trasferirsi nell’altro stabilimento dell’azienda in provincia di Varese o a lasciare il lavoro in cambio di un incentivo all’esodo. C’è poi la storia della Saga Coffee di Gaggio Montano, provincia di Bologna, dove i 220 lavoratori licenziati senza preavviso dal management, ieri hanno ricevuto la visita del ministro Andrea Orlando. E ancora la Caterpillar di Jesi, 270 lavoratori attivi su tre turni di cui è stato annunciato il licenziamento per trasferire la produzione in luoghi con costo del lavoro minore. Il nuovo direttore glielo ha comunicato attraverso un megafono.

Sono alcune delle storie personali struggenti come quella di Alessandra Cielidoni, operaia dello stabilimento della Yazaki di Grugliasco (Torino) lasciata a casa via Teams dopo 18 anni di lavoro per l’azienda. Tutte vicende che raccontano la realtà delle delocalizzazioni e del mondo del lavoro nel nostro paese. Chiusure improvvise, a volte nottetempo, spesso senza alcuna crisi economica a motivarla. Mettere la realtà dei fatti di fronte ai lavoratori, obbligandoli ad accettare il fatto compiuto. Eppure c’è una storia che per una volta mostra anche un movimento controcorrente.

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Bianchi bici, investimento da 40 milioni per riportare la produzione in Italia

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Lavoro, la Bianchi investe 40 milioni per riportare produzione in Italia

L’azienda Bianchi, storico produttore di biciclette del nostro paese, ha annunciato infatti la riapertura di uno stabilimento in Italia, a Treviglio, in provincia di Bergamo. “I brand americani per vendere agli europei hanno deciso di venire a fabbricare proprio nel Vecchio continente. Per noi italiani era quasi d’obbligo“, ha dichiarato l’amministratore delegato dell’azienda, Fabrizio Scalzotto.

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In programma c’è un investimento di 40 milioni, che permetterà di finanziare l’operazione di reshoring della produzione da Taiwan all’Italia, anche attraverso importanti interventi nell’automazione dei processi produttivi. Dall’inizio del 2023, circa mille biciclette Bianchi per turno al giorno saranno realizzate in un’area di circa 30mila metri quadrati. L’area ospita già il vecchio stabilimento dell’azienda, che sarà oggetto di riqualificazione. Prevista anche l’assunzione di cento nuovi dipendenti under35, che si andranno a sommare ai lavoratori già presenti per un totale di 250 addetti. C’è ancora un buon motivo per guardare al futuro con ottimismo.

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