Covid, allarme al Bambino Gesù: “Aumentano casi di bambini infetti”

Parla Elena Bozzola dirigente medico dell’ospedale “Bambino Gesù” che pone l’accento sui rischi che stanno correndo i piccoli pazienti con il long covid. Nel frattempo, i reparti e il pronto soccorso si stanno riempiendo.

Covid, in aumento i casi tra i bambini

Mentre fino a poco tempo fa la categoria dei più piccoli era la più protetta dal Covid, l’attuale situazione sta coinvolgendo anche loro. Non a caso si stanno moltiplicando da più parti l’appello a vaccinare la categoria dai 12 ai 15 anni d’età, che nel prossimo anno, molto probabilmente, scenderà ancora arrivando fino ai 3.

L’ultimo allarme arriva dall’ospedale Bambino Gesù, una delle eccellenze pediatriche italiane, che dalla voce della dottoressa Elena Bozzola segretario nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) e dirigente medico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, racconta cosa sta realmente succedendo.

Covid, intasato il pronto soccorso del “Bambino Gesù”

Covid, si moltiplicano gli appelli alla vaccinazione dei più piccoli

Premesso che la situazione cambia di giorno in giorno, in questo momento al Bambino Gesù i reparti solo Covid di entrambe le sedi (Gianicolo e Palidoro) sono occupati, ma ancora recettivi. Purtroppo i casi gravi fra i bambini ci sono. Riguardano in particolare quelli con patologie secondarie, ma ci è capitato di vedere anche bimbi descritti come perfettamente sani finire in ospedale“. Queste le parole non proprio confortanti che la dottoressa ha rilasciato all’AdnKronos.

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Ci sono stati tanti casi di bimbi con Covid che poi accedono in terapia intensiva perché si tratta di una patologia che può alterare il loro stato clinico. Una cosa importante da sottolineare è che i bimbi che arrivano nel nostro ospedale devono fare un percorso e all’arrivo in pronto soccorso vengono divisi fra quelli che hanno sintomatologia riconducibile a Covid, quindi febbre o sintomi respiratori, e quelli che non ce l’hanno. E la folla che si è creata può portare anche a 200 accessi al giorno anche con lunghe attese. Quindi è importante proteggere quanto prima i bambini anche per evitare un sovraccarico al Ssn, che poi entra in crisi“.

Covid, timori per i contagi ai più piccoli

Un appello per vaccinare anche sotto i 12 anni

L’incremento dei ricoveri,  è una situazione che ci aspettiamo anche fra i più piccoli. Perché se l’83% della popolazione sopra i 12 anni è completamente vaccinata ed è protetta, ha cioè uno scudo con cui si può difendere dall’infezione e soprattutto dalle forme più gravi e severe, i più piccoli no. E l’incremento dei casi in queste fasce non protette si era già messo evidenza a luglio e agosto scorso, quando il 25% dei nuovi contagi era già negli under 18. Da qui la decisione della Sip di associarsi all’appello di rendere disponibile in tempi più brevi possibile il vaccino Covid anche sotto i 12 anni” continua la dottoressa Bozzola.

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Nonostante il tasso di mortalità nell’età più giovane sia molto basso, il problema che si sta presentando in questo momento, sono i sintomi a lungo termine, il cosiddetto “Long Covid” che ora comincia a farsi pressante anche nei più piccoli. “Sappiamo che i casi nei bimbi si manifestano generalmente in forma più lieve, ma ci sono eccezioni e c’è il rischio per i bimbi anche di sviluppare, settimane dopo una malattia Covid decorsa in modo asintomatico, delle manifestazioni multisistemiche come la Mis-C o anche essere a rischio di sviluppare a distanza il ‘Long Covid‘ ha concluso .

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