Panfilo Colonico, cosa sappiamo dello chef italiano rapito in Ecuador. Ombre sul passato e l’ipotesi debiti

E’ stato rapito da finti poliziotti venerdì scorso lo chef italiano Paniflo Colonico mentre era al lavoro nel suo ristorante in Ecuador. Spuntano le prime ombre sul passato del 49enne e quei debiti mai ripagati

Panfilo Colonico, nato in Canada ma cresciuto a Sulmona, Abruzzo, è noto in Ecuador con il nomignolo “Benny”. Lo chef italiano è stato rapito venerdì pomeriggio scorso, 23 giugno, nel quartiere di Guayaquil prelevato proprio all’interno del suo ristorante da un commando di finti agenti della polizia.

Panfilo chef
Panfilo, lo chef italiano rapito in Ecuador da un commando di finti poliziotti. Cosa si nasconde dietro il passato del 49enne (ansa) free.it

Nelle immagini delle telecamere di videosoveglianza di uno dei locali di cui è titolare Panfilo, “La Garzota”, si vedono due uomini a viso scoperto e armati di mitraglietta varcare le porte e sequestrare l’uomo con la forza. La pistola puntata sulla nuca di Colonico a mo’ di avvertimento a seguire i due finti poliziotti senza discutere.

Dal giorno della scomparsa la squadra speciale della polizia ecuadoriana è sulle sue tracce di Benny ma finora però non è riuscita a localizzare i responsabili del sequestro. Nel frattempo si indaga sul passato dello chef italiano. Spuntano dettagli poco rassicuranti.

Il rapimento dello chef Panfilo Colonico. I debiti dell’italiano all’estero

Lo chef sulmonese era arrivato in Ecuador, e più precisamente a Quito nel 2020 per una vacanza, ma dopo essere rimasto bloccato nel Paese per lo scoppio dell’epidemia da Covid-19 ha deciso di aprire nel novembre del 2022 in quella città il ristorante “Il Sabore Mio“. Ed è proprio in uno dei suoi locali, “La Garzota”, che Panfilo Colonico è stato rapito da 5 finti agenti di polizia venerdì 23 giugno.

Panfilo chef
Panfilo Colonico, lo chef italiano rapito in Ecuador. Le ombre del passato sul sequestro (ansa) free.it

Poco tempo fa, Panfilo intervistato dal quotidiano El Universo, spiegò che il suo obiettivo era investire un milione di dollari per aprire diversi ristoranti. Lo chef 49enne mirava ad avere otto ristoranti. Oltre a quello già aperto nel quartiere Guayaquil, voleva investire anche a Quito, Cuenca, Manta e Santo Domingo. Sempre lo stesso quotidiano poi ricorda un fatto “strano” che riguardava lo chef risalente allo scorso gennaio quando l’automobile di Benny fu protagonista di una sparatoria.

E fu lo stesso Colonico a scrivere poco dopo sui social che sull’accaduto erano state riportate cose sbagliate, confermando il tentativo di furto. Ma qualcosa non quadra sin dall’inizio perché sulla stampa locale spunta un’altra versione del fatto, ovvero che 3 persone si erano presentate davanti il ristorante del cuoco per riprendere l’auto poiché Panfilo non stava pagando le rate.

Le ipotesi investigative e le ombre sul passato

Sono diverse le ipotesi investigative al vaglio dalla polizia ecuadoriana dopo il sequestro di Panfilo Colonico. Il rapimento potrebbe nascondere un’altra verità. Per esempio un riscatto proprio nella città dove il rischio di sequestri per motivi economici è elevatissimo. Ma lo chef Abruzzese è un soggetto sensibile anche per altri motivi.

Dalla sua città natale, Sulmona, Benny è andato via oltre dieci anni fa lasciando dietro di sé chiacchiericcio tra chi lo conosce ma anche tra i suoi stessi familiari che, come ha dichiarato la ex moglie lasciata a Sulmona da Panfilo con due figlie: “Non ne voglio sapere. I familiari si dissociano da questa ennesima messa in scena”.

I “guai” hanno seguito Colonico anche in Ecuador dal suo arrivo nel 2020 con il tentativo di furto del suo pick-up nel gennaio scorso ma che all’epoca del fatto qualcuno aveva avanzato un regolamento di conti con lo chef. Il mistero sulla vita passata dello chef si infittisce sempre più ma resta il fatto che la polizia ecuadoriana sta cercando il 49enne da due giorni. La Farnesina al momento è in costante contatto con il Console italiano in Ecuador che sta seguendo il caso dichiarando formalmente che si è trattato di un sequestro di persona.

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