Elezioni, politologo Carlo Galli a Free.it | “Meloni libera dall’imprinting neofascista. Pd in crisi. Gli scenari”

Dopo le elezioni, è tempo di analisi del voto. Per capire cosa è successo nelle urne e come verrà costruito il prossimo governo. I vincitori sono già al lavoro sui nomi, mentre chi ne è uscito con le ossa rotta deve fare i conti con il proprio partito. Il Pd, prima di tutto, ma anche la Lega di Matteo Salvini. A Free.it Carlo Galli, politologo dell’Università di Bologna.

Giorgia Meloni sta già lavorando al governo e si fanno già i primi nomi per i ministeri chiave. Certamente sono quelli che bruciare non costa niente, ma sono indicativi di un orientamento di base. Che si riassume in quella parola più volte citata da Meloni stessa nel suo discorso di vittoria: responsabilità. Si dice che la leader di Fdi si stia anche consultando con Draghi per capire chi mettere dove. E poi certamente l’ultima parola spetterà a Sergio Mattarella. Intanto, tutti gli altri, sono ancora alle prese con l’analisi del voto. A Free.it Carlo Galli, politologo dell’Università di Bologna.

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Elezioni, politologo Carlo Galli a Free.it | “Meloni libera dall’imprinting neofascista. Pd in crisi. Gli scenari”

Che scenario viene fuori da queste elezioni?

“Ci sono vari livelli di scenario. Il primo prevede un capo dello Stato che valuta i risultati elettorali e affida l’incarico alla persona che ritiene in grado portare a casa un governo con una maggioranza parlamentare. Il secondo livello, invece, vede diversi scenari di politica interna che saranno influenzati dai partiti perdenti. In particolar modo dalla Lega, che dovrà capire qual è il suo futuro, cioè se vuole tornare a essere la Lega Nord da cui è partita. Visto che l’obiettivo di Salvini di fare della Lega un partito nazionale è sostanzialmente fallito.

E ora toccherà a loro decidere se dev’essere ancora Salvini il leader, oppure se la linea la decideranno i governatori delle regioni del nord. Che, per altro, a casa loro sono stati sconfitti proprio da Fratelli d’Italia che è diventato il primo partito. E’ emblematica la mancata la mancata elezione in Parlamento di Bossi. Significa che qualche cosa è cambiato profondamente in quei territori”.

Il Pd ha subito una grave sconfitta. Cosa ne pensa?

“I risultati delle elezioni hanno avuto avranno un impatto fortissimo sul Pd. Per due volte consecutive, nel 2018 e ora nel 2022 non giunge al 20%. E questa volta il partito non ignora il problema come ha fatto l’altra volta, quando bene o male ha governato lo stesso. Il Pd ha sbagliato le alleanze, ha sbagliato la campagna elettorale perché si è concentrato a fare la guerra alla Meloni. Ha continuato a dire che la Meloni è fascista, cosa che agli italiani non interessava, come è evidente dal risultato. Il Pd non sa letteralmente che cosa fare. Anche perché, alla luce del voto, ha perso il suo ruolo di garante dell’establishment italiano rispetto ai poteri europei.  

Elezioni, politologo Carlo Galli a Free.it | “In questo momento, il Pd non ha un’idea forte”

Ora il Pd è davanti ad una serie di decisioni che investono la sua mission politica. Deve capire che cosa vuole fare. Se vuole essere un partito che vive di alleanze, diventando una specie di appendice di Calenda. Può scegliere di allearsi con Conte, diventando una specie di appendice del Movimento 5 stelle. In questo momento, il Pd non ha un’idea forte dentro di sé e anche se fosse più grosso dei partiti con cui si allea, ne diventerebbe subalterno”.

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Elezioni, politologo Carlo Galli a Free.it | “In questo momento, il Pd non ha un’idea forte”

Qual è il suo giudizio sul M5S?

“Il M5S ha avuto in buon risultato perché Conte ha capito che le elezioni si vincono se si sta all’opposizione. Il che è paradossale visto che i 5 Stelle si sono fatti l’intera legislatura, con tre governi diversi. Eppure, durante l’ultimo mese di campagna elettorale Conte si è comportato come se il Movimento fosse un partito di opposizione. Si è messo all’opposizione di sé stesso, sostanzialmente, e così ha convinto una fetta importante di italiani. E’ diventata una specie di Lega sud, sfruttando la questione del reddito di cittadinanza”.

Quale sarà il ruolo di Berlusconi, che ha preso l’8%?

“Silvio Berlusconi è ancora importante, ha ancora un peso. Però chiaramente ha come obiettivo massimo quello di essere suggeritore e di coprire di coprire la Meloni sotto sul versante internazionale, per certi versi. Anche se la Meloni si copre poi bene anche da sola, perché non ha perduto per nulla il rapporto con Draghi, perché è una donna molto accorta”.

Meloni sarà, dunque, la prima presidente del consiglio donna.  Cosa pensa di lei?

Giorgia Meloni è descritta come una neofascista, il che è stato vero probabilmente all’inizio della sua carriera politica. Ha risentito di questo imprinting politico. Ma se ne è liberata, almeno apparentemente. Non sappiamo quanto sia sincera in cuor suo. Soprattutto c’è da sottolineare che i milioni di voti che ha preso non sono voti neofascisti. E’ grottesco solo pensarlo. Il punto vero è che l’errore storico del PD è stato puntare sulla delegittimazione della melodia invece che di chiedersi perché mai tanti italiani hanno voglia di votare per un partito di opposizione.

Perché gli italiani sono contenti sono tanto radicalmente scontenti delle prestazioni dell’establishment? Possibile che nessuno dentro il Pd faccia un discorso relativo alle cause della sconfitta, invece di imputare le cause a Meloni al suo fascismo. O al fatto che gli italiani sono o fascisti o stupidi e votano la Meloni. Nessuno è capace di fare un ragionamento su quali sono i processi storici, sociali ed economici che hanno fatto sì che mezza Italia non voglia votare partiti che sono stati al governo”.

Ci sono stati quasi 17 milioni di persone che non hanno votato, soprattutto al sud. Questo che cosa ci dice del nostro Paese?

Gli scontenti si dividono in due tipi: quelli che votano partiti di opposizione e scontenti che non vanno nemmeno a votare. Se lei somma i voti dal partito della Meloni e dal M5S al numero delle persone che è stata a casa, lei ottiene qualche cosa in più della metà degli italiani. Cioè questo paese è un paese in cui metà dell’elettorato non si riconosce nei partiti tradizionali dell’establishment. Da Pd a Calenda.

La Meloni ha vinto affondando il coltello nel burro

Io, se dovessi fare politica, comincerei col chiedermi perché succede questo. E’ come quando si incontra un malato: non ci si limita a dire che non sta bene, ma si va a vedere quale malattia ha e qual è la causa. Ma questo, pare che sia un esercizio troppo complicato per i nostri politici. La Meloni ha vinto affondando il coltello nel burro. Sicuramente per meriti suoi: ha una buona capacità di leadership, commette pochi errori. Però, insomma, non ha dei grossi avversari”.

Elezioni, politologo Carlo Gallo a Free.it, La Meloni ha vinto affondando il coltello nel burro

Sul piano internazionale, come andranno le cose?

Dal punto di vista della fedeltà atlantica, non vi sono dubbi: la Meloni è antirussa anche perché per lei dietro c’è sempre l’Urss. Dunque, da questo punto di vista siamo abbastanza tranquilli. Anche perché la Meloni è in contatto con gli agenti del partito repubblicano americano, al quali garantisce una ferrea fedeltà.

Sul fronte europeo le cose cambiano. La Meloni ha un’idea dell’Ue meno entusiastica di quella che, a parole, hanno i democratici. Meloni continuamente sottolinea il fatto, vero, che l’Europa non è una federazione e nessuno in Europa la vuole. La Germania non penserà mai nemmeno lontanamente di fare una Federazione. Alla Germania è contro la teoria del primato del diritto europeo sul diritto interno tedesco. Meloni si sottrae a una buona parte della retorica filoeuropea e legge l’Europa per quello che è.

Cioè, un sistema di Stati ciascuno dei quali cerca di massimizzare il proprio interesse. Meloni vorrebbe che l’Italia rientri tra le nazioni forti, ma non basta chiedere, bisogna anche avere peso politico che l’Italia non ha. Questo l’Italia ha problemi oggettivi gravissimi a partire dal debito pubblico enorme. Che se non fosse coperto dall’euro, sarebbe oggetto di speculazione dall’alta finanza internazionale che ci farebbe molto. Poi ci sono problemi di funzionamento del sistema Paese, problemi di cattivo funzionamento della pubblica amministrazione, di sottofinanziamento della sanità e della scuola. E ci sono grandi differenziazioni sociali a livello geografico”.

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