Omicidio Willy Monteiro, i fratelli Bianchi alle strette: “Sfogo a impulso violento” | L’accusa chiede l’ergastolo

Omicidio Willy Monteiro, la replica dei Pm alle arringhe difensive dei legali dei fratelli Bianchi: “Dato sfogo al loro impulso violento, un’azione del tutto spropositata”. 

Per Marco e Gabriele Bianchi il Pubblico Ministero ha chiesto l’ergastolo. I due fratelli sono accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne capoverdiano ucciso la notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 a Colleferro, in provincia di Roma.

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Omicidio Willy Monteiro, i fratelli Bianchi alle strette: “Dato sfogo a impulso violento” | Sentenza attesa per il 4 luglio

Stando alla Procura di Velletri i fratelli di Artena, esperti in arti marziali, quella notte hanno dato “sfogo al loro impulso violento”. I due giovani si sono approcciati “alla folla con il solo intento di ledere e non recedendo dal proprio proposito criminoso nonostante i tentativi” di alcuni dei presenti “di spiegare come non vi fosse assolutamente la necessità di adoperare violenza. E’ quanto scritto dai Pm nelle repliche depositate alle parti nei giorni scorsi, nell’ambito del processo per l’omicidio di Willy Monteiro la cui sentenza è attesa per il 4 luglio davanti ai Giudici della Corte d’Assise di Frosinone.

Omicidio Willy Monteiro, l’accusa dei Pm ai fratelli Bianchi: “Movente banale”

Nelle repliche l’accusa ha ribadito che il movente della condotta è da ritenersi così banale, da rendere del tutto spropositata l’azione aggressiva con esiti letali. Ed in questi limiti contenutistici, si può senz’altro osservare come un ‘non movente’.

Omicidio Willy Monteiro
Omicidio Willy Monteiro, l’accusa dei Pm ai fratelli Bianchi: “Movente banale”

Riguardo alla aggressione del 6 settembre 2020 i Pm scrivono che “appare evidente come non vi fosse alcun elemento per giustificare una condotta di quel tipo. Che quindi viene posta in essere nonostante l’assenza di un motivo valido, utilizzando quella discussione nata fuori ad un locale come mero pretesto per aggredire.

Una tesi respinta fermamente da Marco Bianchi. Secondo il giovane la vicenda è stata pesantemente indirizzata dalla ricostruzione che i media hanno offerto al pubblico, condizionando anche l’iter processuale.Io e Gabriele siamo ragazzi di cuore, sinceri – spiega Bianchi – tutte quelle cattiverie che hanno detto contro di noi non sono vere. Sono state solo bugie su bugie per farci toccare il fondo. Ci hanno descritti sin dall’inizio, senza conoscere gli atti del processo, come mostri e assassini, scrive in una lettera diretta alla madre di Willy. Per i due fratelli i Pm hanno sollecitato la condanna all’ergastolo. Mentre per gli altri imputati Francesco Belleggia e Mario Pincarelli è stata chiesta una condanna a 24 anni.

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