Manchester City, è bufera sul Fair Play Finanziario | Proprietà nel caos: le possibili conseguenze

Manchester City nella bufera: il club torna ad avere problemi economici. Il tallone d’Achille è sempre lo stesso: il Fair Play Finanziario.

Manchester City, non c’è pace. Il club inglese è di nuovo sotto la lente d’ingrandimento delle autorità: sempre lo stesso problema, il Fair Play Finanziario. Limiti da rispettare, costi da erogare e soprattutto norme da seguire. Per tutti, ma i Citizens già in passato hanno avuto difficoltà. Impedimenti che, con il tempo, potrebbero diventare certezze: il mercato già glielo hanno bloccato una volta, adesso – con la possibile aggravante della recidiva – le conseguenze potrebbero essere molto più gravi.

Manchester City Fair Play
Manchester City nella bufera (ANSA)

Questo farebbe infiammare il mercato, perchè Guardiola sarebbe di nuovo su piazza. Prima degli intrecci, però, occorre guardare i fatti. Succede che i conti non tornano: Football Leaks, attraverso un’inchiesta, lascia trapelare che la proprietà inglese sarebbe stata direttamente finanziata dal Governo di Abu Dhabi tramite finanziamenti gonfiati. Anche la possibile trattativa segreta per ingaggiare un calciatore minorenne. Saette che si abbattono come una mannaia sulla credibilità del club.

Manchester City, il Fair Play Finanziario “incastra” il club: le accuse alla proprietà

Nel dettaglio, la società Abu Dhabi United Group Investment appartiene allo Sceicco  Manosour, proprietaria dei Citizens dal 2008 fino all’anno scorso. Successivamente la squadra è stata traslata su un’altra società, sempre appartenente a Mansour: lo switch-off, se così si può definire, ha fatto partire le analisi.

Guardiola Fair Play
I Citizens nel mirino della Finanza (ANSA)

Ci sarebbe, dunque, una correlazione con l’ente governativo di riferimento e tale procedura non è consentita dalle norme vigenti: i proprietari si difendono parlando di investimenti squisitamente privati, ma la vicenda appare più complessa. Senza contare poi che ci sarebbero una serie di trattative gonfiate per fare ingolosire i procuratori.

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Lucro su provigioni e percentuali. Un vero e proprio “metodo” che sarebbe stato stanato nel giro di pochi mesi. Nel mirino anche l’EAA (Executive Affairs Authority) che avrebbe approvato determinate transazioni. Tutto resta da appurare, ma gli scenari non sembrano essere affatto confortanti.

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