Ndrangheta, sequestrati 10 milioni al padre di Iaquinta

Ndrangheta in Emilia Romagna, sequestro di beni per 10 milioni di euro a Giuseppe Iaquinta. Il Tribunale di Reggio Emilia lo aveva condannato in appello a 13 anni per associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni.

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Ndrangheta, sequestrati 10 milioni al padre di Iaquinta

Sequestrato un patrimonio di oltre 10 milioni di euro. La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a un decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, su proposta del Direttore della Dia, nei confronti di Giuseppe Iaquinta. Padre dell’ex calciatore Vincenzo, imprenditore edile originario di Cutro, è indiziato di appartenere alla ‘ndrangheta operante in Emilia Romagna.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato due società operanti nel settore edile, 71 gli immobili interessati tra le province di Reggio Emilia, Brescia e Crotone, due autovetture e diversi rapporti bancari per un totale 10 milioni di euro.

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Ndrangheta in Emilia Romagna, Operazione Aemilia: il ruolo di Giuseppe Iaquinta

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Ndrangheta in Emilia Romagna, Operazione Aemilia: il ruolo di Giuseppe Iaquinta

Nel gennaio del 2015 Giuseppe Iaquinta era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nell’ambito dell’operazione “Aemilia”. Condannato nel 2018 dal Tribunale di Reggio Emilia a 19 anni di reclusione per associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni. La pena è stata ridotta in appello a 13 anni.

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Secondo quanto ricostruito attraverso le indagini il padre dell’ex calciatore campione del mondo 2006 era il “volto pubblico” dell’associazione mafiosa. Capace, in quanto imprenditore di successo, di fungere da chiave di accesso per i soci negli ambienti della imprenditoria e delle Istituzioni. A seguito di accertamenti la D.I.A. ha confermato una netta sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio accumulato.

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