Detenuti del carcere di Bollate rischiano di perdere il lavoro: ecco perché

Il carcere di Bollate diventa luogo di ripartenza dal punto di vista lavorativo e sociale, ma una cooperativa sociale denuncia un problema che riguarda 30 detenuti, attualmente impiegati nel servizio di call center: quali sono i motivi.

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Detenuti del carcere di Bollate rischiano di perdere il lavoro: ecco perché (Immagine Rete)

Nel carcere di Bollate vi sono circa una trentina di detenuti, attualmente impiegati nel call center che offre servizi su cosa fare in caso di phishing, cioè la truffa effettuata su Internet con richiesta di dati personali. Ad annunciarlo è stata la cooperativa sociale “bee.4 Altre menti” che si pone l’obiettivo di inserirli nuovamente nel contesto lavorativo, così come in quello sociale.

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Partire dal carcere per poi acquisire una nuova consapevolezza. Annunciato per il 31 marzo 2022 la chiusura del contratto e proprio per questo lo stop alla collaborazione che per anni – tutto è partito nel 2007 – ha coinvolto prima H3G e poi WindTre. Secondo un comunicato diffuso dalla cooperativa i tentativi di aprire un dialogo con WindTre non sarebbero andati a buon fine, da qui la “decisione della società di non rinnovare la commessa“, si legge nella nota diffusa dalla cooperativa.

Carcere di Bollate, la richiesta e le speranze per il futuro dei 30 detenuti

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Carcere di Bollate, la richiesta e le speranze per il futuro dei 30 detenuti (Immagine Rete)

Il comunicato della cooperativa è scritto nella speranza di ripartire con un dialogo con WindTre Italia, ragionando sulle conseguenze della decisione di non rinnovare la commessa.  Secondo quanto riportato da “bee.4 Altre menti” le richieste di confronto non sarebbero state ascoltate, se non per richiamare “le difficoltà che l’azienda stava incontrando alla luce dell’importante numero di clienti persi nel corso degli ultimi anni“, continua la nota.

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Nel frattempo è partita la ricerca di qualche nuovo contratto, supportati anche dagli assessori al Welfare e al Lavoro di Milano. Lamberto Bertolé e Alessia Cappello hanno infatti dichiarato di essere disponibili a trovare una soluzione.

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