Capodanno Milano, ecco chi sono i 2 ragazzi fermati per le violenze

Uno è nato a Torino ma è di origine nordafricana, l’altro è arrivato in Italia dall’Egitto nel 2019 per raggiungere il padre a Milano, dove lavora come operaio. Ecco chi sono i 2 ragazzi fermati per le aggressioni in piazza Duomo. Intanto le indagini si allargano…

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Ecco chi sono i due ragazzi che sono stati fermati per le aggressioni in Duomo

Abdallah Uguedra, 21 anni, nato a Torino ma di origine nordafricana, e Abdelrahman Ahmed Mahmoud Ibrahim, 18 anni, egiziano, arrivato a Milano nell’estate del 2019 per raggiungere il padre. Sono loro i due ragazzi fermati per le aggressioni in piazza Duomo la notte di Capodanno.

Insieme ad un gruppo di 40-50 persone avrebbero preso di mira almeno 6 delle 9 ragazze molestate. Il branco, poi, le ha circondate e “travolte”, buttandole per terra. Le vittime sarebbero state prima palpeggiate, poi spogliate e “utilizzandole a proprio piacimento e per soddisfare le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto della persona”. È così che, per il procuratore aggiunto Letizia Mannella e per il pm Alessia Menegazzo, nel decreto di fermo a carico dei due giovani, descrivono gli assalti sessuali di Capodanno.

Cosa ricordano le vittime di Capodanno

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Le lacrime di due delle presunte vittime di piazza Duomo, sfuggite agli aggressori (Immagine Rete)

I visi di Abdallah e Abdelrahman, le loro giacche colorate, i capelli tinti di biondo del 21enne si sono impressi, indelebili, nella memoria delle loro vittime. E anche la loro ferocia. Ferocia che si vede anche nei filmati delle telecamere di sorveglianza di piazza Duomo e nei video dei telefonini di alcuni testimoni.

I loro movimenti il 31 dicembre e la loro presenza in piazza Duomo è stata ricostruita anche grazie ad Instagram – entrambi avevano postato storie dal centro di Milano –  e al riconoscimento facciale. Con il Sari, questo il nome del software utilizzato dalla polizia scientifica, infatti è stato possibile comparare i volti riconoscibili dalle telecamere stradali e di sicurezza con quelle dei social e con l’Afis (il sistema di identificazione delle forze dell’ordine) per quelli con precedenti.

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Le indagini sono ancora in corso per cercare di identificare altri aggressori: ieri altri nomi sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati. Abdallah e Abdelrahman, invece, sono stati bloccati prima che potessero fuggire all’estero o che potessero commettere altre aggressioni sessuali.

“Sono un bravo ragazzo, non c’entro”

“Sono un bravo ragazzo”, “non c’entro” e “ho solo visto le aggressioni da lontano”. Ha cercato di giustificarsi così il 18enne, assistito dall’avvocato Jacopo Viola, nell’interrogatorio davanti al gip Raffaella Mascarino. In Italia da 2 anni, il giovane fa l’operaio e al gip ha detto di essere “un semplice lavoratore”. Il legale ha chiesto al giudice di concedere al ragazzo, che ora è a San Vittore, gli arresti domiciliari nell’appartamento che divide con il padre e coinquilino in zona Comasina a Milano. la decisione arriverà nelle prossime ore.

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Resta chiuso nel carcere di Ivrea, invece, il 21enne che dovrà affrontare nelle prossime ore l’interrogatorio di convalida del fermo.  “Ho ricevuto l’incarico di rappresentarlo dalla famiglia, che è assolutamente rispettabile. Lo descrivono come un bravissimo ragazzo e sono assolutamente basiti per le accuse che sono state rivolte al figlio”, ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Stefano Comellini.

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Le violenze di Capodanno alle ragazze

Sono 6 le ragazze aggredite che hanno riconosciuto il 18enne e il 21enne. Quattro amiche sono state bloccate vicino alla Galleria Vittorio Emanuele e sono riuscite a liberarsi solo intorno a mezzanotte e mezza. A quel punto il gruppo si è spostato all’angolo con via Mazzini , vicino al Mac Donald’s di piazza Duomo. E ha accerchiato e derubato altre due giovanissime. Tra loro c’è anche una 19enne, studentessa fuori sede, che è stata denudata ed è rimasta in balia del branco per diversi minuti. “Si è trattato di una violenza quasi completa”, ha precisato il procuratore di Milano Riccardo Targetti. Agghiacciante anche il racconto dell’amica che era con lei. “Posso dire che tutto intorno era uno schifo, c’erano molti ragazzi e chiunque passasse si prendeva la libertà di mettere le mani addosso”, ha raccontato al 20enne ai pm.

Nonostante l’aiuto di un ragazzo – che nel tentativo di strapparle al gruppo si è rotto un pollice e di un’altra amica, anche lei palpeggiata – sono state riprese dal branco. “Le toccavano ovunque sul corpo – scrivono i pm – spintonandole e passandole da un ragazzo all’altro”. Una di loro è riuscita a fuggire mentre l’altra è stata sollevata da terra, spogliata e abusata. Solo l’arrivo della polizia l’ha salvata. Quando “la massa di aggressori si è dileguata – ha raccontato la giovane scampata agli abusi più pesanti – la mia amica era lì che cercava di coprirsi con il giubbino stretto sul petto. Non aveva più indumenti addosso, era senza reggiseno, senza slip, rannicchiata per terra piena di lividi. I pantaloni abbassati alle caviglie, è stata soccorsa da un operatore delle forze dell’ordine che l’ha aiutata a rialzarsi”.

Le 4 ragazze molestate in Galleria Vittorio Emanuele

Non è andata meglio alle giovani aggredite in Galleria a Capodanno. Una di loro è stata derubata e con le amiche si è messa a cercare di recuperare la sua borsa. Le ragazze sono state avvicinate da giovani che con insistenza che hanno abbracciate e hanno chiesto loro numeri di telefono o contatti su Instagram. E poi il branco le ha travolte, facendole cadere e approfittando di loro.

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