Asilo bilingue, a Cagliari una rivoluzione: ecco cosa si studia

Una sezione di asilo nido a Cagliari partirà dal primo settembre 2022 con un progetto didattico immersivo e una novità bilingue. Dalle ore 7:30 alle 16 in classe si parlerà esclusivamente in lingua sarda e in particolar modo la variante campidanese.

Asilo bilingue Cagliari
Asilo bilingue, a Cagliari una rivoluzione: ecco cosa si studia (Immagine Pixabay)

La scelta riguarderà laboratori, giochi e lezioni con i più piccoli da tre mesi a tre anni. Ci sarà spazio anche per 30 minuti a settimana dedicati alla lingua inglese. Il progetto è nato su iniziativa dell’associazione “Spaciada sa bregungia” che significa “finita la vergogna“. L’obiettivo dell’asilo nido “Bimbi in Allegria” è quello di far conoscere il proprio idioma ai più piccoli, senza farne perdere il futuro utilizzo.

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La scelta spetterà ai genitori che decideranno se far proseguire o meno questo percorso alquanto unico nel suo genere. L’obiettivo è da un lato far conoscere la lingua sarda, dall’altro riappropriarsi dell’idioma del luogo in cui sono nati e nel quale stanno muovendo i primi passi.

Asilo bilingue a Cagliari con didattica in lingua sarda, l’iniziativa

Asilo nido bilingue Cagliari
Asilo bilingue a Cagliari con didattica in lingua sarda, l’iniziativa

A parlare del progetto sono state alcune delle referenti dell’asilo nido che hanno voluto promuovere questa particolare iniziativa. “I bambini sono come delle spugne. Alcuni imparano a parlare già dai nove mesi, altri a tre anni. I più grandi aiuteranno i più piccoli in questo esperimento. I bimbi di tre mesi, ovviamente, non parlano ma, crescendo e ascoltando, impareranno a esprimersi nel corso dell’anno“, hanno dichiarato all’Agi Sara Pisu e Dalila Cossu.

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Si tratta di un progetto grazie al quale anche maestre/i potrebbero apprendere ancor meglio la lingua sarda con un corso di formazione, supportato anche dall’associazione convenzionata con l’università e l’ente comunale. “genitori interessati potranno fare domanda fin da adesso e pagare in base al loro Isee, oppure iscrivere i figli comunque come asilo privato“, concludono le referenti.

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