Home Cronaca Cisl: sequestrati 600mila euro a sigle lombarde. Truffa ai danni dell’Inps

Cisl: sequestrati 600mila euro a sigle lombarde. Truffa ai danni dell’Inps

Dalle indagini è emerso che “numerosi sindacalisti, pur lavorando in via esclusiva presso le associazioni sindacali, sarebbero stati formalmente assunti da società compiacenti senza avervi mai lavorato”. E questo per permettere alle sigle Cisl “di fruire dello sgravio contributivo”. E avere lavoratori “a basso costo”. Alcuni casi risalirebbero addirittura agli anni Novanta.

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La truffa sarebbe stata messa in atto da alcuni dirigenti Cisl insieme ad aziende compiacenti. I sindacalisti che risultano indagati al momento sono 12.

Un sequestro preventivo da oltre 600mila euro a carico di “alcune sigle sindacali” lombarde della Cisl lombarda. La misura è stata eseguita oggi dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, nell’ambito di un’inchiesta del pm Paolo Storari per una presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps. Anche 12 sindacalisti risultano indagati.

L’accusa è di “indebita fruizione di aspettativa sindacale non retribuita” da parte di alcuni sindacalisti, che dopo essere stati eletti sarebbero stati posti in aspettativa non retribuita percependo la sola retribuzione dal sindacato (e non più dal datore di lavoro originario) e beneficiando della contribuzione figurativa. Dalle indagini, infatti, è emerso che “numerosi sindacalisti, pur lavorando in via esclusiva presso le associazioni sindacali, sarebbero stati formalmente assunti da società compiacenti senza avervi mai lavorato”. Questo avrebbe permesso “ai sindacati di appartenenza di fruire dello sgravio contributivoprevisto dall’articolo 31 dello Statuto dei Lavoratori. In pratica, In sintesi il lavoratore vede riconosciuti dall’Inps, ai fini pensionistici, i contributi maturati, senza che né il datore di lavoro né il sindacato abbiano effettuato versamenti in denaro. La misura, però, scatta solo se i sindacalisti risultavano assunti da almeno 6 mesi dall’azienda per la quale risultavano prestare la loro attività.

Il meccanismo della presunta truffa della Cisl

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Tante le aziende che si sarebbero prestate a questo meccanismo. Nell’ordinanza firmata gip Anna Calabi figurano la Liquigas, l’agenzia di lavoro interinale Obbiettivo Lavoro e la Gs. E ancora:  a Officine Meccaniche Sangiorgio, la Tecnimont. E ancora avrebbero aderito anche l’agenzia per il lavoro Randstad Italia e il gruppo Cegalin-Hotelvolver, specializzato nel settore delle pulizie per gli alberghi milanesi e non solo. Tutte aziende che al momento non risultano indagate. Il meccanismo andrebbe avanti da anni. Nell’ordinanza si parla di un caso del 1991 e di uno del 2001. 

Se i sindacati in questo modo avevano dei “lavoratori a basso costo”, non è chiaro quale fosse il beneficio per le imprese. Il meccanismo, infatti, per le imprese è “tutto in perdita” fa notare il gip. I lavoratori nei primi 6 mesi, necessari per avere il “distacco” sindacale “venivano pagati senza fare alcunchè”.
 

Per il gip “i lavoratori non sono apparsi consapevoli della frode”. E “di conseguenza non è emerso un profilo di dolo a loro carico”. Al contrario, sembrano stati “meri strumenti del meccanismo truffaldino – si legge nell’ordinanza – non ne sono i beneficiari”.  “Si limitano ad esercitare un’attività lavorativa e a venire ovviamente retribuiti per questo”. Le loro buste paga, però, non arrivavano “dal sindacato ma da un’impresa privata (ovviamente in accordo con il sindacato)”.

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I funzionari Cisl coinvolti

Emblematico è il racconto di una dipendente assunta dal sindacato in questo modo dal 2011. Davanti ai magistrati ha menzionato anche il segretario generale della Cisl Lombardia Ugo Duci, che al momento non risulta indagato. Dopo aver lavorato per diversi anni per la Cisl Milano Metropoli, nel 2011 la sindacalista è stata costretta a rassegnare le dimissioni ed è stata assunta “per risparmiare” da un’altra società, per la quale non ha mai effettivamente lavorato. La società è fallita nel 2018. A quel punto, avendo paura di perdere il posto, la donna ha chiesto di poter essere nuovamente contrattualizzata dalla Cisl Lombardia.  Il segretario Duci le avrebbe risposto “di non volerne sapere e quando si è reso conto che la questione era alquanto spinosa”. E quando la donna gli ha espresso le sue preoccupazioni, lui le avrebbe detto: “hai firmato tu il distacco sindacale e quindi sei anche tu responsabile. Nella vita esistono due tipi di uomini, gli uomini liberi e i servi’”. Allora chiamami serva”, avrebbe replicato la sindacalista.  

La donna ha parlato anche con Gilberto Magone (allora segretario organizzativo della Cisl Milano Metropoli) e Carlo Gerla (tuttora segretario generale della Cisl Milano Metropoli). Entrambi avrebbero detto di non sapere nulla. Solo nel 2019 la sua posizione è stata regolarizzata e la sindacalista è stata riassunta dalla “Csil Milano Metropoli”, pur “demansionata formalmente” e “retrocessa di livello”.

Il sindacato esprime fiducia nella magistratura

“Apprendiamo oggi dagli organi di stampa del sequestro cautelativo” di 600mila euro “dai conti correnti di alcune strutture sindacali della Cisl” lombarda da parte della magistratura, nel cui operato rinnoviamo la nostra piena fiducia”, dice segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci. “Appena conosceremo nel dettaglio circostanze e motivazioni del sequestro – prosegue – adotteremo le azioni atte a garantire la doverosa tutela alle federazioni e alle confederazioni territoriali della Cisl”.

 

 

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