Se i sindacati in questo modo avevano dei “lavoratori a basso costo”, non è chiaro quale fosse il beneficio per le imprese. Il meccanismo, infatti, per le imprese è “tutto in perdita” fa notare il gip. I lavoratori nei primi 6 mesi, necessari per avere il “distacco” sindacale “venivano pagati senza fare alcunchè”.
 

Per il gip “i lavoratori non sono apparsi consapevoli della frode”. E “di conseguenza non è emerso un profilo di dolo a loro carico”. Al contrario, sembrano stati “meri strumenti del meccanismo truffaldino – si legge nell’ordinanza – non ne sono i beneficiari”.  “Si limitano ad esercitare un’attività lavorativa e a venire ovviamente retribuiti per questo”. Le loro buste paga, però, non arrivavano “dal sindacato ma da un’impresa privata (ovviamente in accordo con il sindacato)”.

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I funzionari Cisl coinvolti

Emblematico è il racconto di una dipendente assunta dal sindacato in questo modo dal 2011. Davanti ai magistrati ha menzionato anche il segretario generale della Cisl Lombardia Ugo Duci, che al momento non risulta indagato. Dopo aver lavorato per diversi anni per la Cisl Milano Metropoli, nel 2011 la sindacalista è stata costretta a rassegnare le dimissioni ed è stata assunta “per risparmiare” da un’altra società, per la quale non ha mai effettivamente lavorato. La società è fallita nel 2018. A quel punto, avendo paura di perdere il posto, la donna ha chiesto di poter essere nuovamente contrattualizzata dalla Cisl Lombardia.  Il segretario Duci le avrebbe risposto “di non volerne sapere e quando si è reso conto che la questione era alquanto spinosa”. E quando la donna gli ha espresso le sue preoccupazioni, lui le avrebbe detto: “hai firmato tu il distacco sindacale e quindi sei anche tu responsabile. Nella vita esistono due tipi di uomini, gli uomini liberi e i servi’”. Allora chiamami serva”, avrebbe replicato la sindacalista.  

La donna ha parlato anche con Gilberto Magone (allora segretario organizzativo della Cisl Milano Metropoli) e Carlo Gerla (tuttora segretario generale della Cisl Milano Metropoli). Entrambi avrebbero detto di non sapere nulla. Solo nel 2019 la sua posizione è stata regolarizzata e la sindacalista è stata riassunta dalla “Csil Milano Metropoli”, pur “demansionata formalmente” e “retrocessa di livello”.

Il sindacato esprime fiducia nella magistratura