Un tweet del profilo ufficiale del Senato ha creato imbarazzi e polemiche oggi, prima della sua rimozione. Al centro del cinguettio contestato una falsa ipotesi sulle reali responsabilità della strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969.
“La strage di #PiazzaFontana. Storia di depistaggi: così si è nascosta la verità. Da sito storico, in Doc. XXIII n. 64, volume I, tomo IV, elaborato sen. Mantica e on. Fragala’ della Commissione Stragi (XIII legislatura)“. Questo il testo di un tweet postato questa mattina dal profilo ufficiale Twitter del Senato. Il riferimento è alla bomba che esplose alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, provocando 17 morti e centinaia di feriti. Oggi ricorre il 52esimo anniversario della strage simbolo della ‘Strategia della Tensione‘.
Subito si è scatenata la polemica, dato che il riferimento è alla tesi espressa in merito alla strage da due ex senatori del Movimento Sociale Italiano, per cui sarebbe da chiarire ulteriormente il vero ruolo di Pietro Valpreda nei fatti del 12 dicembre 1969. Valpreda era l’anarchico inizialmente accusato e poi scagionato totalmente per la strage, della quale fu poi ampiamente accertata la matrice fascista.
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Piazza Fontana, il tweet del Senato è stato poi rimosso
Il discutibile tweet del Senato è denunciato in prima battuta dal segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Trovo incredibile che il Senato della Repubblica per ricordare l’anniversario della strage di Piazza Fontana utilizzi la ricostruzione di alcuni senatori fascisti che rilanciavano la pista anarchica“. Per Fratoianni, si tratta di “un oltraggio alle vittime, ai loro familiari, alla città di Milano“.
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“E’ per un mero errore di collegamento al link delle relazioni depositate in sede di commissione Stragi che un tweet dell’ufficio stampa del Senato, e non della presidente Casellati, dava accesso anche alle relazioni di minoranza presentate a titolo individuale da alcuni componenti dell’epoca“, si è poi scusato l’ufficio stampa di Palazzo Madama, rimuovendo il tweet. Non ci sarebbe stato infatti “nessun intento di avvalorare tali opinioni, così come quelle di altri“.