Etiopia, arrestato cooperante italiano: la ricostruzione della vicenda

Un italiano che lavora come cooperante in Etiopia, è stato arrestato dalle autorità del Paese. Da chiarire i motivi della decisione.

Cooperante italiano arrestato in Etiopia
Cooperante italiano arrestato ad Addis Abeba (Etiopia)

L’uomo sarebbe secondo fonti citate da InfoAfrica Alberto Livoni, 50enne con origini dell’Emilia Romagna, così come riportato dall’Agi: il cooperante italiano sarebbe stato rapito. La persona sarebbe accusato di aver aiutato i profughi tigrini, gruppo etnico che si trova in un’area specifica dell’Africa. Non si tratterebbe comunque di un caso isolato visto che di recente ne sarebbero avvenuti altri.

LEGGI ANCHE >> Germania, allarme di Scholz: “Serve nuova campagna vaccinale anti Covid”

Il presunto cittadino italiano ha alle spalle una lunga esperienza ed è impegnato con l’agenzia di cooperazione salesiana (Vis) che è attiva nei progetti di educazione e formazione per i più giovani. Attualmente dalla Farnesina non sarebbe stato comunicato nulla di ufficiale sulle motivazioni del fermo.

Cooperante italiano arrestato in Etiopia, cosa è accaduto

Cooperante italiano Etiopia
Arrestato in Etiopia un cooperante italiano

A Livoni la polizia avrebbe contestato la cessione di una valigetta con un milione di birr (20 mila dollari ndr) con l’ipotesi che quel denaro fosse destinato a supportare la popolazione tigrino. Alla base dell’arrestato, secondo la Repubblica, ci sarebbero quindi motivi di “sicurezza nazionale“. Da chiarire ancora l’origine dell’arresto, così come le dichiarazioni ufficiali dell’ambasciata italiana locale: la situazione non sarebbe quindi ancora del tutto chiara.

LEGGI ANCHE >> Covid Cina, tolleranza zero: nuove chiusure immediate

La tensione nel Paese sarebbe comunque alta ormai da settimane. L’arresto dell’uomo, sarebbe avvenuto il 6 novembre 2021 con alcuni agenti entrati in un centro di salesiani che si trova nella zona di Gottera. In un altro caso, invece, sette funzionari dell’Onu sono stati mandati via dal Paese per sospette interferenze negli affari interni. Di recente, in aggiunta, 16 dipendenti delle Nazioni Unite sono stati presi in consegna e portati in un carcere di Addis Abeba.

Impostazioni privacy