WhatsApp, da oggi scrive al posto tuo: non potrai più dire ciò che vuoi liberamente

WhatsApp introduce una nuova funzione basata sull’Intelligenza Artificiale che, se da un lato potrà rivelarsi utile, non è priva di possibili effetti collaterali.

La strada del buon Zuckerberg sembra ormai tracciata: puntare su WhatsApp per sviluppare nuovissime funzioni legate all’Intelligenza Artificiale. Basti pensare a qualche settimana fa, quando l’assistente integrato ha scosso gli equilibri di utenti sempre più preoccupati per i propri dati personali.

Mano di un robot che chatta con lo smartphone su WhatsApp
WhatsApp, da oggi scrive al posto tuo: non potrai più dire ciò che vuoi liberamente- free.it

Ma alla fine non dobbiamo guardare l’IA come una minaccia, bensì come un’opportunità. Peccato che stavolta potrebbe davvero mettere il dito sulla cosa più pura che ci è rimasta: i rapporti umani. Se dapprima il modello Meta AI lavorava su una chat singola, dove era possibile chiedere qualsiasi cosa – dalla ricetta delle polpette della nonna a consigli su come riconquistare un ex – adesso sta varcando terreni inesplorati.

La nuova funzione permetterà infatti di scrivere messaggi al posto nostro, dosando tono di voce e argomenti. Una manna dal cielo per alcuni, uno strumento deleterio per altri. Sebbene si presenti come una vera opportunità, è bene conoscerla a 360°.

WhatsApp scriverà messaggi al posto nostro

Si chiama AI Writing Help la nuova funzione che WhatsApp sta testando, destinata a diventare un vero alleato per molti utenti. Grazie all’intelligenza artificiale, questo strumento permette di creare messaggi già pronti, curati nella forma e calibrati nel tono, senza bisogno di scrivere nulla di proprio pugno. Potremo scegliere se renderli più grammaticalmente corretti, più professionali, più empatici, addirittura più divertenti, semplicemente selezionando lo stile più adatto alla situazione.

Ragazzi con smartphone in mano che chattano su WhatsApp
WhatsApp scriverà messaggi al posto nostro – free.it

Il funzionamento avviene interamente in locale sul nostro dispositivo, così né WhatsApp né Meta possono accedere al contenuto dei messaggi: un elemento rassicurante per la privacy, almeno sulla carta. La funzione, però, non sarà gratuita: l’idea di Meta è proporla come servizio premium, probabilmente in abbonamento, anche se i dettagli ufficiali sui prezzi non sono ancora stati annunciati.

Indubbiamente, uno strumento simile potrebbe aiutare chi ha difficoltà a esprimersi in italiano, o chi deve gestire comunicazioni delicate a livello professionale senza rischiare errori o fraintendimenti.

Ma la domanda è inevitabile: cosa resterà di nostro in un messaggio scritto dall’IA? Il rischio è che la tecnologia finisca per sostituire anche le nostre emozioni, censurando parole spontanee e gestendo per noi perfino le sfumature più intime dei rapporti personali.

Paure eccessive? Forse. Però, come sempre accade con le innovazioni, prima di salire a bordo è bene conoscerle e usarle con coscienza. Perché la praticità di un messaggio perfetto non dovrebbe mai farci dimenticare che, alla fine, siamo noi a comunicare, non un algoritmo.

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