Moana Pozzi è stata un’icona, ma anche una figura controversa. Torna a parlare di lei, a 29 anni dalla morte, sua madre. L’intervista.
Moana Pozzi ha portato una rivoluzione nel costume e nella società. Un cambiamento a luci rosse, ma pur sempre un abbattimento dei pregiudizi. In Italia un certo tipo di cinema veniva visto come distante. La donna ha scardinato determinati luoghi comuni che, oggi, si danno per scontati.
Attualmente è possibile parlare di sex working con tranquillità, ma quando lei faceva film a luci rosse era tutto molto diverso. I tabù erano maggiori delle opportunità: la “creatura” di Riccardo Schicchi, compianto regista, ha portato nuove frontiere nella seduzione e nell’arte del lungometraggio. Pozzi, però, significa anche tanti sospesi e interrogativi sulla sua morte. Avvenuta il 15 settembre del 1994.
Moana Pozzi, 29 anni dopo: la carriera, le liti e il rapporto con Craxi
Tumore al fegato, ma c’è chi ha azzardato – in questi 29 anni – che la donna, morta all’età di 33, potesse essere ancora viva. A mettere fine a determinate illazioni ci ha pensato sua madre: Rosanna Alloisio, la donna torna a parlare di sua figlia in una lunga intervista al Corriere della Sera.
Attualmente ha 82 anni, ma i sensi di colpa sono ancora presenti per come è stato il rapporto con la giovane: “Le dicevo – racconta – di lasciar perdere con quel tipo di cinema. Ho fatto di tutto per farglielo capire, ma alla fine anche una madre si stanca. Era impossibile non amarla, ma non tutti hanno avuto il mio stesso amore. C’è stata la storia con Bettino Craxi”.
La malattia e le ultime parole a sua madre
Qui la madre si interrompe un attimo, prende un sospiro di riflessione, poi continua a raccontare: “Come fai a stare con quel vecchiaccio? Glielo chiedevo e lei mi rispondeva ‘Mamma, ma cosa importa? È gentile, tiene a me’. Ci credo, pensavo io, tanti hanno approfittato della bontà di mia figlia. Io non le devo perdonare niente – conclude – a quello ci penserà nostro Signore”.
In ultima istanza una rivelazione: “Quando ha scoperto la malattia, ha lottato come una leonessa fino all’ultimo giorno. L’ho sognata una sola volta, vestita d’argento, sei senza scarpe le ho detto. Lei mi ha subito ribattuto: ‘Dove sto ora non servono’ e mi ha dato un ultimo sorriso”. A quasi tre decadi dalla morte, la madre ritira le ceneri dal cimitero: “Dove sono ora, però, non lo dirò a nessuno”, conclude.