Scherzo a Meloni, perché la premier aveva capito tutto: è giallo sulla pubblicazione dell’audio

Lo scherzo fatto a Giorgia Meloni da due comici russi presenta delle novità sorprendenti: ora parla il sottosegretario alla Presidenza con delega ai Servizi. 

La telefonata di Giorgia Meloni con il finto presidente dell’Unione africana è diventata virale, seppur a distanza di mesi. Ora a parlare della trappola telefonica è stato Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza con delega ai Servizi che ha riaperto la questione dello scherzo di due comici russi.

Meloni
Meloni e lo scherzo telefonico effettuato alla presidente del Consiglio italiano (ANSA)

Il presidente del Consiglio l’aveva capito subito“, spiega Mantovano parlando di quanto accaduto a Giorgia Meloni. Questo modus operandi è stato capace di bucare le difese di intelligence e anche quelle di natura diplomatica. Il sottosegretario alla Presidenza ha parlato dello scherzo messo in atto proprio dai due comici russi.

Il commento

Mantovano ha spiegato che la Meloni avrebbe sospettato sull’autenticità del colloquio telefonico fin dal principio, ma di aver continuato per un po’ a rispondere alle domande. Il sottosegretario non è però andato oltre e non avrebbe quindi confermato che, dopo l’allerta, l’intelligence si sia mossa per risalire agli autori della truffa telefonica.

Resta ancora da capire da quanto l’Italia sia al corrente della matrice dello scherzo proveniente proprio dalla Russia. Diverse le questioni da chiarire, in primis questa: perché gli autori dello scherzo – o chi per loro – hanno contattato informalmente Palazzo Chigi prima della diffusione dell’audio?

Meloni
Giorgia Meloni e la telefonata fake con un fantomatico esponente dell’Unione africana in realtà inesistente (ANSA)

Il secondo dubbio è come mai nei 44 giorni passati fra la registrazione dell’audio e la sua pubblicazione a Palazzo Chigi non ha reso noto che era stato effettuato uno scherzo alla presidente del Consiglio. Ora restano da capire i passaggi istituzionali e informali che nei prossimi giorni dovranno ancora fornire più di qualche risposta.

L’azione del duo comico Vovan e Lexus è riuscito a mettere in crisi la sicurezza informatica intorno alla Presidenza del Consiglio, da qui la scelta di parlare con il presunto presidente dell’Unione africana. Uno scherzo messo in atto e con gli obiettivi ancora da decifrare.

Come hanno aggirato il sistema di Palazzo Chigi

I due autori dello scherzo, nella fattispecie Aleksej Stoljarov (Lexus) e Vladimir Kuznetsov (Vovan) non sono nuovi a tali tipi di scherzi. Palazzo Chigi ha intanto ammesso l’errore, scaricando però le responsabilità all’ufficio del consigliere diplomatico che si sarebbe assunto la responsabilità dell’episodio.

Tutto risale a qualche tempo fa quando fonti citate da Repubblica avrebbero spiegato la vicenda. Proprio il fine dell’operazione avrebbe però allertato la sicurezza intorno alla premier italiana Giorgia Meloni.

Il duo ha truffato diversi leader politici come Boris Johnson, Recep Tayyip Erdogan e l’ex presidente americano Donald Trump. Fra le personalità dello spettacolo spiccano inveceElton John e J.K. Rowling.

Meloni
Giorgia Meloni e la delicata questione dello scherzo telefonico, cosa dice Palazzo Chigi in una nota (ANSA)

Il presidente del Consiglio l’ha capito subito“, ha ribadito Mantovano, intercettato da ilfattoquotidiano.it proprio fuori da Palazzo Chigi. Lo scherzo fatto dai comici russi Vovan e Lexus ha colpito anche la presidente Giorgia Meloni che avrebbe pensato inizialmente di interagire con il leader dell’Unione africana Moussa Faki, salvo poi comprendere che qualcosa fosse diversa rispetto al solito.

Il presidente del Consiglio l’ha capito subito. Subito? E certo“, risponde Mantovano. Il sottosegretario non ha risposto alla domanda quando avete capito che non si trattava di Faki, ma di due comici russi.

Mantovano ha spiegato che la Meloni se ne sarebbe accorta subito, senza però rispondere ad altro. La questione è delicatissima e va oltre il semplice scherzo: la sicurezza diplomatica è fallita e sono bastati due comici russi.

Gestione cookie