Omicidio Mattia Caruso, niente ergastolo per Valentina Boscaro: la rabbia della famiglia della vittima

Revoca degli arresti domiciliari e trasferimento in carcere per Valentina Boscaro: cosa ha detto la donna dopo la sentenza di condanna per la morte di Mattia Caruso. 

Il pubblico ministero Valeria Sanzari aveva chiesto l’ergastolo e il trasferimento in carcere per Valentina Boscaro, donna accusata di aver ucciso il fidanzato Mattia Caruso durante la notte fra 25 e 26 settembre 2022 in via dei Colli Euganei, ad Abano (Padova).

Omicidio Mattia Caruso
Mattia Caruso, sentenza di condanna per Valentina Boscaro: (ANSA)

L’uomo è stato colpito a morte con una coltellata all’interno della vettura su cui viaggiavano insieme alla donna: alla guida c’era proprio la vittima. Sanzari ha ribadito che “Valentina non si è mai pentita, fredda e crudele. Ha sferrato la pugnalata al cuore con la mano destra“, poi la sentenza di condanna. È stata inoltre tolta la potestà genitoriale.

Il delitto di Mattia Caruso

In seguito alla sentenza di condanna, pari a 24 anni per l’omicidio volontario di Mattia Caruso, la donna è stata prelevata dai carabinieri. In preda ad un momento difficile, si è così espressa. “Cosa ho fatto, chiedo scusa a tutti“, ha detto in lacrime. Successivamente, infatti, la donna è stata trasferita in carcere.

La difesa della donna ha tentato di puntare con decisione sulla figura della donna vessata e picchiata, elemento di cui si sarebbe discusso fino al termine del processo, ma la scelta non avrebbe però trovato riscontri, almeno da parte dei giudici.

Omicidio Mattia Caruso
Omicidio Mattia Caruso, ucciso con una coltellata al cuore: confessa la fidanzata (ANSA)

Secondo l’accusa, infatti, sarebbero state disattese le richieste di ergastolo, da qui la decisione del carcere. La 31enne non si sarebbe mai pentita di aver ucciso l’uomo.

E sul Gazzettino si leggono le parole dei genitori di Mattia Caruso che si oppongono alla condanna a 24 anni. “La pena non è giusta, lei ha preso in giro tutti come solo satana può fare. Non è una donna, è satana. Per me questa causa l’ha vinta lei. A me dispiace per la madre e il padre, noi abbiamo cuore e non siamo come loro“, dice con rabbia il papà della vittima.

Pronto il ricorso

La Corte d’Assise ha scelto la misura cautelare in carcere per almeno tre motivi. Il primo riguarda il possibile rischio di fuga, a seguire pericolo di reiterazione del reato e in seguito sospensione della potestà genitoriale.

La figlia della donna, intanto, compirà il primo gennaio sei anni ed è stata affidata al padre, ma i legali di Valentina Boscaro non ci stanno e preannunciano già di voler fare ricorso. “Ma quale fuga che in tredici mesi di arresti domiciliari Valentina Boscaro si è comportata in maniera esemplare“, ha commentato l’avvocato Berardi.

Valentina Boscaro
Valentino Boscaro e la condanna a 24 anni di carcere, il commento della donna trasferita in carcere (ANSA)

Per tutta una serie di motivi, infatti, i legali della donna hanno già annunciato di voler presentare ricorso al Riesame, così da ottenere nuovamente arresti domiciliari e braccialetto elettronico.

La richiesta è di procedere in tal senso, almeno fino al terzo grado di giudizio. Un altro ricorso, invece, verte sulla decisione di dimostrare come il delitto sia preterintenzionale e non volontario.

I messaggi tra Valentina e Mattia

Durante il processo in Corte d’Assise, i due avvocati della difesa hanno messo in luce diversi messaggi scambiati WhatsApp, così da tentare la linea del presunto atteggiamento violento da parte della vittima. La donna avrebbe spiegato in più circostanze di aver avuto a che fare con un uomo violento, con tanto di messa agli atti delle foto con livido su occhi e costato.

La 31enne ha ribadito – durante lo scorso mese – di essere rimasta vittima delle violenze da parte del ragazzo. “Mi picchiava e mi violentava. Voleva che rimanessi incinta. Mi minacciava dicendomi che era un mafioso e mi avrebbe sparato in testa“, aveva raccontato in seguito alla morte dell’uomo. Sta di fatto che, però, queste accuse non avrebbero trovato alcuna conferma durante l’attività investigativa.

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