Bruxelles, altro che insospettabile: chi è l’attentatore Abdeslam Lassoued

L’attentatore di Bruxelles è stato identificato come un lupo solitario. Le novità sull’uomo ucciso e morto in ambulanza: il profilo di Abdeslam Lassoued.

La rivendicazione dell’attentato di Bruxelles è avvenuta sui social con un uomo che ha operato tramite una “cellula dormiente” dell’Isis. Abdeslam Lassoued è il cittadino tunisino di 45 anni, protagonista dell’attacco in pieno centro nella città belga.

Abdeslam Lassoued
Abdeslam Lassoued è l’uomo ucciso dopo l’attentato compiuto a Bruxelles (Immagine Rete)

E proprio questo era l’identikit delle varie intelligence in Europa, parlando di un possibile rischio di attacco jihadista, in parallelo con la guerra in Israele. Alcuni elementi sono proprio di Lassoued, registrato su Facebook come Slayem Slouma.

L’identikit dell’attentatore di Bruxelles

Questi dettagli sul terrorista che ha ucciso due cittadini svedesi a Bruxelles sono emersi sin dalle prime ore dopo l’attentato compiuto nella serata di lunedì 16 ottobre 2023. L’uomo ha agito armato di kalashnikov: al momento dell’attentato indossava una tuta arancione.

Ha rivendicato l’azione terroristica direttamente sul proprio profilo, lì dove aveva pubblicato vari post di vicinanza ad Hamas, nonché di natura anti-semita. “Sono un Mujahid dello Stato Islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione. Ho vendicato i musulmani“, ha scritto dopo quanto compiuto in un quartiere della capitale belga.

Belgio Polizia
Polizia del Belgio in azione durante l’attacco di un attentatore successivamente morto in ambulanza (ANSA)

L’uomo sarebbe stato identificato in Italia, durante gli scorsi anni, ma sarebbe in Belgio già dal 2019: questa è una delle informazioni ribadite dall’intelligence. Aveva una condanna per terrorismo in Tunisia. Proprio Lassoued avrebbe fatto domanda di asilo nel 2019 e anche nel 2020 in Belgio, con tanto di richiesta rifiutata. A ribadirlo è Vincent Van Quickenborne, ministro della Giustizia belga, che ha tenuto una conferenza stampa con il primo ministro Alexander De Croo. 

Il sospettato ha chiesto asilo nel nostro Paese nel 2019. È noto per atti sospetti: tratta di esseri umani, soggiorno illegale e pericolo per la sicurezza dello Stato. Nel 2016, informazioni non confermate trasmesse da un servizio di polizia straniero indicavano che l’uomo aveva un profilo radicalizzato e che voleva partire per una zona di conflitto per la Jihad. Le informazioni sono state verificate ma non è stato possibile fare nulla: non vi era alcuna indicazione concreta di radicalizzazione“, ha ribadito De Croo.

Cosa emerge dal profilo

Dopo aver ricevuto ad ottobre 2020 la decisione negativa sarebbe scomparso dai radar, senza lasciare alcuna traccia. Ufficialmente cancellato dall’anagrafe a febbraio 2021, non è stato così possibile localizzarlo, così da organizzarne il suo rientro in patria.

Non è mai stato presentato dalla polizia, dopo un’intercettazione, all’Ufficio stranieri per consentire il suo rientro. Per questo motivo, l’ordine di lasciare il Paese, redatto nel marzo 2021, non ha mai potuto essere emesso“, ha precisato Nicole De Moor, ministro per l’Asilo.

Bruxelles attentato
Attentato a Bruxelles, spari sulla folla e panico (ANSA)

Proprio Slouma da giorni avrebbe inveito contro Israele, facendo emerge materiale fronte Isis con cui avrebbe promesso vendette per quanto sta accadendo a Gaza. In ogni caso, infatti, avrebbe invocato nuove azioni da parte di Hamas. Si tratta di un cosiddetto cane sciolto che avrebbe agito da solo, senza usufruire della rete territoriale, mosso dalla Siria e non dall’Europa.

Le tensioni non mancano e adesso gli episodi in Europa si fanno sempre più preoccupanti. Attentato in un liceo di Arras in cui è morto il professor Dominique Bernard, evacuati lo scorso sabato museo Louvre e in seguito Versailles. Pur parlando di due episodi infondati,  sarebbero comunque segnali di forte preoccupazione.

Livello di allerta

Nelle varie città – Berlino, Madrid e Londra – il livello di allerta è al massimo. Controlli anche a Roma e in tutti i principali luoghi di simboli ebraici, volgendo attenzione anche a consolati e ambasciate.

Aumentati i controlli degli obiettivi sensibili, con tanto di protocollo di rischio, specialmente in Israele: non accadeva dall’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001.

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