Guerra Israele, timori per le sorti degli ostaggi: Hamas minaccia un’altra strage

Le strategie di Israele per liberare gli ostaggi catturati da Hamas. Cosa dovrebbe pensare Netanyahu e quali sono le prossime mosse per evitare altre vittime. 

Da un lato colpire Hamas, dall’altro tentare una difficile e complicata liberazione degli ostaggi catturati dai fondamentalisti. Questo è uno dei problemi che sta attanagliando le famiglie dei prigionieri trasferiti a Gaza.

Ostaggi persone scomparse
Hamas e le persone scomparse o in ostaggio da parte dei miliziani fondamentalisti (ANSA)

Molti hanno confermato sui social e ai media di non aver ricevuto alcuna informazione circa il luogo in cui si trovino e le rispettive condizioni di salute. Da chiarire cosa voglia fare Benjamin Netanyahu per ottenere il rilascio dei cittadini e trarli in salvo. “Abbiamo tutti i dati degli ostaggi in mano ad Hamas“, ha ribadito nelle scorse ore un portavoce delle forze armate.

La delicata questione ostaggi

Fonti vicine al gruppo di Hamas hanno ribadito su Telegram che quattro ostaggi sarebbero morti sotto i bombardamenti che hanno colpito la zona della Striscia di Gaza. Al momento la notizia non sarebbe stata confermata da fonti ufficiali e non sarebbe al contempo verificabile.

Ancora da comprendere se Israele sappia il numero e i nomi degli ostaggi, così come le prigioni, rifugi o covi in cui i militanti di Hamas li avrebbero portati dopo i rapimenti. Si parla di 130 ostaggi, ma nessuna conferma ufficiale è giunta in tale ottica.

Israele
Israele, morte e violenza. 260 persone uccise ai rave party (ANSA)

Hamas ha intanto minacciato di uccidere in pubblico gli ostaggi per altrettanti bombardamenti che colpiranno obiettivo palestinesi nella Striscia di Gaza “senza previo avvertimento“. Anche in questo caso le minacce sarebbero tutte da verificare, ma ci sono attacchi di Israele preceduti da un invito del Governo ad abbandonare le località.

E proprio in questa ottica è evidente il bombardamento di Rimal, zona commerciale di Gaza City. In seguito all’annuncio, infatti, un raid aereo ha distrutto la sede della Compagnia di Telecomunicazioni in Palestina.

Intanto Israele si protegge e invia al confine con la Striscia di Gaza decine di migliaia di soldati: si tratta di un territorio attualmente abitato da 2,3 milioni di cittadini palestinesi. Intanto il primo ministro Netanyahu ha invitato l’opposizione “a partecipare a un governo di unità nazionale per affrontare l’emergenza“, ha spiegato durante il discorso tenuto in diretta tv lo scorso 9 ottobre.

Ipotesi scambio

E anche sulla vicenda degli ostaggi da liberare ci sarebbero non poche paure e perplessità. Le voci sulle trattative circolano da ore, così come confermato da Antonio Tajani, ministro degli Esteri, che ha parlato di interlocutori provenienti dall’Egitto. L’esponente politico ha confermato la creazione di un “corridoio umanitario“, così da evacuare i prigionieri israeliani.

Intanto Richard Hecht, portavoce dell’esercito israeliano, ha spiegato che circa 1.500 corpi di combattenti di Hamas sono stati trovati in Israele, vicino al confine con la Striscia di Gaza”, ha spiegato. Al momento si ipotizza un migliaio di combattenti palestinesi al centro dell’attacco.

Antonio Tajani,
Antonio Tajani lancia un appello per la creazione di un corridoio umanitario (ANSA)

Anche il Qatar avrebbe avanzato una proposta di negoziato: si tratta di un presunto scambio fra 36 donne e uomini tenuti in ostaggio a Gaza con altrettante donne detenute in Israele per terrorismo. Avrebbero anche dei figli nati mentre si trovavano in carcere. In passato, però, Hamas non avrebbe mai accettato scambio di prigionieri con parità di condizioni.

Emblema di tutto questo è la liberazione di Gilad Shalit, soldato israeliano che nel 2006 costò ad Israele la liberazione di oltre un migliaio di prigionieri palestinesi. Molti sarebbero stati accusati di aver avuto un ruolo nella progettazione ed esecuzione di diversi attentati. L’organizzazione per lo scambio durò cinque anni, non senza tensioni e paure.

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