Zedek cita fonti militari che sono presenti direttamente sul posto. “Alcuni di loro non hanno più la testa. Fatta saltare da colpi d’arma da fuoco esplosi da vicino. O mozzata. È un orrore inimmaginabile“, commenta.
E anche Nic Robertson, editore internazionale diplomatico della CNN, ha parlato in un video in cui sono presenti “corpi ovunque: uomini, donne, bambini. Con le mani legate, colpiti da armi da fuoco, fatti oggetti di esecuzioni, decapitati“.
Attualmente l’ingresso a Kfar Aza è stato consentito soltanto tre giorni dopo l’attacco di Hamas, scattato lo scorso 7 ottobre, proprio mentre le forze israeliane stanno portando via i corpi delle vittime.
Nel frattempo il ritardo nel recupero delle salme continua senza sosta. Tante le persone crivellate di colpi, alcuni dei quali bruciati. Secondo l’Organizzazione non governativa Zaka, sarebbero circa 200 le persone uccise. Anche ai lati delle strade ci sarebbero corpi sparsi ovunque, con tanto di fumo che fuoriesce da alcune abitazioni.
Reuters ha parlato delle case del kibbutz che sono state bruciate. “Raccontate al mondo quello che avete visto qui“, ha detto un soldato israeliano, urlando ad un cronista dell’agenzia.
I racconti
I24News ha parlato di orrori inimmaginabili. Fra le vittime dell’attacco di Hamas ci sono neonati e bambini piccoli, alcuni dei quali decapitati.
“Non è una guerra, non è un campo di battaglia: vedi i bambini, la madre, il padre, nelle loro camere da letto, e come i terroristi li hanno uccisi. È un massacro, un atto di terrorismo, qualcosa che non ho mai visto nella mia vita, che hanno visto i nostri nonni nei ‘pogrom’ ma non nella storia attuale“, si legge i24News.
A distanza di tre giorni dall’attacco – per la prima volta- l’esercito d’Israele ha concesso ai media di entrare in un kibbutz, precisamente quello di Kfar Aza. Fra le vittime ci sarebbero una quarantina di neonati e bambini, alcuni dei quali con la testa tagliata.