Cadavere bendato con mani e piedi legati e impiccato a Trieste, chi è la vittima: il punto sulle indagini

E’ stato ritrovato ieri mattina, domenica 24 settembre, impiccato a un guardrail lungo una strada di Trieste dai tecnici dell’Anas il cadavere di un uomo di 52 anni. E’ mistero sulle ipotesi legate alla morte. Nessuna pista esclusa

Il cadavere ritrovato ieri mattina da alcuni tecnici dell’Anas lungo la Grande Viabilità di Trieste apparterrebbe a un senzatetto di 52 anni di origine iraniana. Contrariamente a quanto riportato inizialmente, sul corpo non c’erano segni di tortura ma sulla testa erano presenti tagli da trauma e un segno circolare che potrebbe essere di una bruciatura o una tumefazione.

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Mistero a Trieste, trovato cadavere bendato con piedi e mani legati. Impiccato. Le ipotesi degli investigatori (ansa) free.it

La scena palesata davanti gli occhi degli uomini dell’Anas ieri, 24 settembre, è stata orrenda e ha scosso l’intera città triestina: bendato, i piedi legati con nastro adesivo, le mani immobilizzate e impiccato a una sbarra del parapetto di protezione posto dietro al guardrail, penzoloni davanti a una scarpata di una decina di metri. Le ipotesi sulla morte sono diverse: dall’omicidio al suicidio. Nessuna pista è esclusa dai carabinieri che indagano sul caso.

Mistero sul cadavere ritrovato a Trieste

Era mezzo nascosto agli occhi dei passanti, ma neanche troppo. Certo, se il cadavere fosse finito nella scarpata, sarebbe stato difficile accorgersene, così come quasi impossibile raggiungerlo a piedi, tra la fitta vegetazione. Magari il cadavere sarebbe rimasto lì per molto tempo.

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Ritrovato cadavere a Trieste. Le ipotesi degli investigatori sulla morte (ansa) free.it

Invece, quest’uomo, parrebbe un senzatetto di mezza età dai tratti mediorientali, è stato scoperto presto benché in parte il corpo era in uno stato di saponificazione. La morte risalirebbe a soli due o tre giorni fa. Nelle prime rilevazioni eseguite dai carabinieri, sembra che accanto al corpo siano state trovate delle carte, atti di vario genere scritti in italiano ma anche in lingua orientale, ma non documenti personali. All’inizio circolava voce che l’uomo fosse stato torturato e seviziato ma gli investigatori hanno smentito tali voci poiché sul cadavere non sarebbero stati trovati segni di violenza ricollegabili a questo tipo di tortura.

L’ipotesi dell’omicidio con pestaggio non è certa, anche se il ritrovamento del corpo così come è stato rinvenuto potrebbe rappresentare un segnale di avvertimento ad altre persone. E’ molto difficile non pensare a un lavoro di un assassino o più di uno professionisti. L’associazione a un regolamento di conti di stampo mafioso non è escluso. Magari un delitto atroce maturato nel mondo del traffico di droga, oppure a scontri tra bande di criminali slavi. Gli uomini dell’Arma sperano di trovare nuove risposte nei filmati delle telecamere di videosorveglianza della strada triestina.

Le ipotesi

Trieste vive, nuovamente, un caso di morte misteriosa dopo quello del singolare ritrovamento di Liliana Resinovich oppure dei due agenti uccisi in Questura e del sequestro di oltre quattro tonnellate di droga con i narcos colombiani che escono dal carcere per scadenza dei termini cautelari.

Come si apprende dall‘ANSA, è stata conclusa ieri pomeriggio la seconda ispezione da parte del medico legale sul cadavere dell’uomo che accerta l’assenza di tracce di violenza. Questo dettaglio protenderebbe, in parte, verso l’ipotesi di un possibile suicidio. Anche perché un eventuale suicidio potrebbe risultare in contrasto con le condizioni in cui il corpo è stato trovato: ovvero piedi e mani legati e con una benda sugli occhi. Vicino al guardrail sono stati trovati pezzi di scotch. Le mani, poi, erano legate ma non bloccate. Era dunque possibile muoverle sufficientemente per infilarsi una corda al collo.

Infine il cadavere presentava anche tracce di saponificazione dipese dalla pioggia e l’umidità. Come riporta il Quotidiano Nazionale, l’ipotizza di una resa dei conti di stampo mafioso potrebbe essere un’altra pista da seguire. Secondo l’ex comandante dei Ris Luciano Garofalo quel corpo è un messaggio. Come cita anche Open, l’uomo avrebbe dichiarato al Quotidiano Nazionale: “Se è stato un omicidio, è una modalità che mira anche all’umiliazione della vittima. Ma qui mi fermo. Anche perché non mi voglio avventurare su un terreno che non è di mia competenza. Spero e voglio essere sicuro che sia stata svolta un’attività di recupero completa, su quella scena. Non solo del cadavere ma anche di tutti gli altri elementi indispensabili per arrivare a decifrare la storia”. Intanto, la pm Maddalena Chergia è titolare del fascicolo aperto dalla Procura di Trieste: non è ancora chiara l’ipotesi di reato, probabile omicidio a carico di ignoti.

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