Bimbo morto a 18 mesi, trovato agonizzante in strada: perché il racconto dei familiari non convince

Bilal Kurtesi è il bimbo di 18 mesi trovato agonizzante su una strada a Portogruaro. Morto subito dopo in ospedale, la versione della famiglia non convince gli investigatori. Il mistero s’infittisce

Cosa si nasconde dietro la morte del bambino di origini serbe di 18 mesi trovato in fin di vita in mezzo ad una strada di Mazzolada di Portogruaro è ancora un mistero. Il piccolo, dopo essere stato portato dai familiari agonizzante in ospedale è deceduto poco dopo.

bimbo 18 mesi
Bimbo di 18 mesi morto a Portogruaro. La versione della famiglia non convince (ansa) free.it

I sanitari che hanno preso in cura il piccolo paziente hanno rivelato lo stato pietoso in cui Bilal Kurtesi è giunto in pronto soccorso: riportava devastanti ferite alla testa. Ma cosa abbia procurato tali ferite non è ancora stato chiarito. Così come, a distanza di due giorni dall’accaduto, i familiari del bimbo non hanno ancora fatto luce sulla dinamica dell’incidente.

Cosa è successo a Bilal, il bimbo di 18 mesi morto a Portogruaro

Sono trascorse 24 ore da quando i genitori del piccolo Bilal Kurtesi hanno portato loro figlio di 18 mesi nell’ospedale di Portogruaro in fin di vita. Il bimbo è deceduto poco dopo il suo arrivo per un ematoma cerebrale. I familiari hanno solo dichiarato che il bambino è caduto da solo ma la versione non è credibile ai carabinieri. La procura di Venezia, nel frattempo, ha aperto un fascicolo con l’accusa di omicidio colposo contro ignoti.

due bambini morti
Bilal Kurtesi, bimbo di 18 mesi morto in ospedale a Portogruaro dopo il ritrovamento in strada agonizzante – free.it

L’attività investigativa per ora ha portato al sequestro di una Fiat Punto grigia. Secondo la versione rilasciata dai familiari del bambino, Bilal sarebbe caduto dal cofano di quell’auto sbattendo la testa talmente forte da procurargli la morte nel giro di pochissimo tempo.

Ma quell’unica versione ripetuta all’infinito dalla famiglia non convince. I carabinieri di Portogruaro pensano che Bilal sia stato investito dalla Punto grigia in manovra, molto probabilmente guidata da un parente, che l’avrebbe trascinato per almeno un metro. A testimoniarlo ci sarebbero le tracce ematiche lasciate davanti il civico 76 di via Loredan dove il bambino viveva con la sua famiglia allargata.

La tesi dello zio

Nel fascicolo d’indagine aperto dalla procura Veneziana ci sono due tesi che stridono tra loro. Lo zio della piccola vittima ha riferito, come riporta stamani anche il Messaggero: “Mia figlia di 13 anni ha messo Bilal sul cofano della macchina e lui probabilmente è scivolato con la schiena in giù e ha sbattuto la testa contro l’asfalto”.

La stessa versione è stata ripetuta più volte a chiunque abbia chiesto cosa sia accaduto lo scorso lunedì 11 settembre alla famiglia Kurtesi. Quello che si sa per certo è che la madre e il padre di Bilal non erano alla guida dell’auto poiché il padre era al lavoro e la madre in casa. Il mistero da risolvere ora è sapere chi fosse al volante.

Oltre alla Punto Fiat sequestrata, i carabinieri hanno anche prelevato tutti i telefonini dei familiari del bimbo. Dall’analisi dei dispositivi elettronici si potrebbero avere ulteriori risposte su quanto accaduto.

La ricostruzione dell’incidente

L’incidente è avvenuto lo scorso lunedì poco dopo le 17:00. Il piccolo di un anno e mezzo insieme ad altri bambini stavano giocando in strada. Parcheggiati dalla carreggiata opposta della strada diversi camion usati dalla famiglia di Bilal per la raccolta del ferro vecchio e diverse macchine.

Sulla Fiat Punto ora sequestrata sarebbe salito un ragazzo, parente di Bilal forse in visita dalla famiglia. Sarebbe stato lui, facendo retromarcia, a investire e trascinare il bambino per circa un metro, prima che le urla dei presenti arrestassero il guidatore. Successivamente sono stati i nonni del bimbo a caricare il piccolo in auto e portarlo in ospedale dove i medici avevano tentato l’impossibile per rianimarlo ma senza riuscirci.

Giunti a casa dei Kurtesi, i carabinieri hanno evidenziato alcune tracce di sangue sull’asfalto ma nulla di più. Ora sarà l’esame autoptico sul corpicino di Bilal a chiarire i dubbi che attualmente aleggiano sul caso. Attualmente la tac sul corpo del bimbo avrebbe però dato già alcune indicazioni: Bilal sarebbe morto per un investimento. Il cadavere presentava segni di schiacciamento della testa e altre ferite profonde compatibili con l’incidente.

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