Guerra Russia Ucraina, perché si rischia un disastro ambientale con la distruzione della diga di Nova Kakhovka

L’esplosione della grande diga di Nova Kakhovka in Ucraina è una bomba ambientale di distruzione di massa che ha portato, al momento, a migliaia di sfollati e diverse vittime. Chi è stato a far saltare in aria tutto

L’agenzia di stampa Tass riferisce che sono almeno sette persone risultano disperse a seguito delle inondazioni della diga di Nova Kakhovka distrutta. Secondo l’analisi effettuata  dall’emittente televisiva americana Cnn, sulle immagini satellitari, la diga prima di cedere completamente risultava già danneggiata.

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Esplode diga in Ucraina, bilancio delle vittime incalcolabile (ansa) free.it

Infatti il ponte stradale che attraversa la struttura era intatto fino al 28 maggio mentre in altre immagini scattate il 5 giugno si nota una sezione mancante. Dalle immagini, sempre secondo quanto riportato dalla Cnn, il danno potrebbe essere avvenuto tra l’1 e il 2 giugno.

Non è dato sapere, al momento, se il danno al ponte stradale abbia avuto un ruolo cruciale nel crollo della diga o se sia stato distrutto in un attacco inflitto da una delle parti in conflitto. Quindi, chi è stato a far saltare in aria la grande diga sommergendo completamente la regione di Kherson.

Guerra Russia Ucraina, esplode diga di Kakhovka: cosa è successo

Si rischia di morire annegati sotto il fiume Dnepr, uno dei più grandi d’Europa. L’esplosione della diga di Nova Kakhovka, in Ucraina, è avvenuta alle 2.50 della notte tra lunedì e martedì. L’allarme è stato quasi inutile. Un forte boato si è sentito nella regione di Kherson che ha svegliato chi dormiva.

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Guerra Russia Ucraina, esplode diga a Nova Kakhovka, cosa si rischia (ansa) free.it

La diga distrutta è in mano ai russi dall’inizio del conflitto in Ucraina. L’effetto dell’esplosione ha riversato una quantità di acqua impressionante che ha travolto ogni cosa. Le case distrutte, gli animali trascinati dalla corrente. Gente che urlava e una stima di persone decedute e disperse che, al momento, non si conta.

Dopo il fatto, il presidente Zelensky riunisce il Consiglio di sicurezza e afferma certo: “È un attacco terroristico. Ora faremo di tutto per salvare le persone, con tutti i servizi, militari, governo, uffici”. Ma i russi rispondono di non essere stati loro a far saltare la diga. “Gli ucraini vogliono togliere l’acqua alla Crimea. Adesso verranno inondate tutte le nostre fortificazioni, i campi minati, i magazzini di munizioni”, riferisce un blogger militare russo. Poi Eugeny Korzhov professore della facoltà di Agraria dell’università di Kherson spiega, come riporta la Repubblica: “Ora cento chilometri quadrati sono inondati. Presto diventeranno cinquecento. L’acqua aumenterà ancora per 2 giorni, poi dovrebbe cominciare a scendere”.

I danni stimati dal disastro

Secondo la stima del procuratore generale ucraino Andriï Kostine e come riporta la Repubblica stamani: “oltre 40mila persone rischiano di trovarsi nelle zone inondate. Le autorità ucraine ne evacuano più di 17mila. Sfortunatamente oltre 25mila civili sono nel territorio sotto controllo russo”. Sulla riva destra del fiume Dnepr le case inondate sono almeno 1.335 e i centri abitati 24.

Alexsander Sokolenko, ricercatore in Ecologia, riferisce che è ancora presto per calcolare i danni. E’ un disastro non solo per le vittime ma anche per l’ambiente. L’emergenza è scattata su entrambi i fronti, russo e ucraino, anche se è da sottolineare che sul versante occupato dai russi una evacuazione era in atto già da 3 settimane. Si calcola che ci siano 22mila abitanti da sfollare, e 152mila militari russi. Mentre sull’altra sponda, le persone da evacuare sarebbero oltre 40mila. A riferirlo è il vice procuratore generale, Viktoria Litvinova.

E mentre Mosca e Kiev si accusano a vicenda, l’esplosione della diga di Kakhovka ha portato alla formazione di una “chiazza di petrolio di almeno 150 tonnellate che viene trasportata dalla corrente verso il Mar Nero. Non possiamo ancora prevedere quanta parte delle sostanze chimiche, dei fertilizzanti e dei prodotti petroliferi stoccati nelle aree alluvionate finirà nei fiumi e nel mare”.

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