Omicidio Giulia Tramontano, era incinta al settimo mese: il corpo ritrovato in un parco. Confessa il fidanzato Alessandro Impagnatiello

Si conclude nel peggiore dei modi la vicenda Giulia Tramontano: il fidanzato ha confessato nella notte di averla uccisa. Ritrovato il corpo della 29enne al settimo mese di gravidanza.

I carabinieri hanno trovato a Senago, in provincia di Milano, il corpo senza vita di Giulia Tramontano. Della ragazza 29enne, incinta al settimo mese, si erano perse le tracce da giorni, la scorsa domenica 28 maggio la denuncia di scomparsa del fidanzato convivente.

Delitto Giulia Tramontano
Morta la giovane 29enne Giulia Tramontano, il compagno ha confessato (Immagine Rete)

Ed è stato proprio Alessandro Impagnatiello ad aver confessato e fornito agli investigatori tutti i dettagli circa il luogo in cui ha occultato il corpo della vittima: si tratta di una zona verde abbandonato della cittadina in cui abitava con la ragazza.

Cosa è accaduto

L’uomo ha consentito ai militari di scoprire il cadavere della 29enne in una zona di terra dietro ad alcuni box di una palazzina che si trova a Senago in via Monte Rosa. Si tratta di una zona non molto distante dall’abitazione in cui la coppia viveva. Il pubblico ministero Alessia Menegazzo ha interrogato il 30enne, poi l’arresto.

Intorno alla serata di mercoledì 30 giugno 2023 i carabinieri sarebbero entrati nell’abitazione della coppia, in via Novello, per effettuare i rilievi e tutti gli accertamenti del caso. Trovate tracce compatibili con la vittima, poi la svolta con la confessione dell’uomo, messo alle strette dagli investigatori. Per il barman pende l’accusa di omicidio volontario aggravato dallo stato interessante della 29enne.

Carabinieri delitto Tramontano
I carabinieri presenti vicino la casa in cui abitava Giulia Tramontano con il compagno Alessandro Impagnatiello

Le forze dell’ordine, il personale dei vigili del fuoco e quello della protezione civile hanno ispezionato la zona, grazie anche al supporto dei cani molecolari, poi la tragica confessione e la scoperta del corpo di Giulia Tramontano. Le tracce biologiche trovate nell’auto di Impagnatiello lo avrebbero messo alle strette, così come quelle trovate nelle scale del condominio.

La confessione

Alessandro Impagnatiello è il fidanzato di Giulia Tramontano e lavora per un locale di lusso a Milano. A suo carico pendono anche le accuse di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Durante la mattinata dello scorso 31 maggio, gli investigatori hanno effettuato accertamento all’interno della macchina del 30enne, senza dimenticare sugli abiti indossati dall’uomo. L’abitazione è stata posta sotto sequestro, a distanza di poco tempo la svolta sul caso.

Le indagini avrebbero permesso di scoprire un confronto fra l’amante 23enne americana del 30enne, lo stesso Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano. Momento pesante durante il quale proprio la giovane, una collega dell’uomo, avrebbe confessato di non sapere nulla della sua esistenza (stessa cosa per la 29enne originaria della provincia di Napoli ndr).

Carabinieri
Rilievi per i carabinieri che hanno setacciato le scale del condominio in cui vivevano Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello

Addirittura la collega dell’uomo arrestato avrebbe di fatto avuto una relazione parallela che andava avanti da alcuni mesi. La giovane statunitense sarebbe rimasta incinta, non portando però a termine la gravidanza.

Una ricostruzione dei fatti, quella della scomparsa, che non aveva convinto fin da subito gli investigatori. Il compagno della vittima aveva parlato di un allontanamento con passaporto, contanti e un bancomat, in realtà però la tragedia sarebbe andata diversamente. Con le parole “sì, l’ho uccisa” Impagnatiello ha confessato di aver ucciso e occultato il cadavere della compagna.

Il corpo senza vita della 29enne era sotterrato fra erbacce, avvolto in un cellophane proprio vicino ad una recinzione che divide alcuni box auto dalle abitazioni. Sul cadavere della vittima, al settimo mese di gravidanza, sarebbero stati trovati anche segni di bruciature, da qui l’ipotesi di voler rendere irriconoscibile la vittima.

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