Arrestato il super latitante Pasquale Bonavota. Il boss di ‘Ndrangheta più ricercato d’Italia dopo Messina Denaro

E’ stato arrestato questa mattina, 27 aprile, Pasquale Bonavota, super latitante ‘ndranghetista. Il blitz del Ros è avvenuto a Genova. Il boss era inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi d’Italia

Questa mattina, 27 aprile 2023, è avvenuto il fermo da parte degli uomini del Ros del super latitante Pasquale Bonavota. L’arresto di uno degli uomini ‘ndranghetisti considerati tra i più pericolosi in circolazione arriva a conclusione di un’articolata indagine condotta dal Ros e dai comandi provinciali dei Carabinieri di Vibo Valentia e Genova.

Pasquale Bonavota
Arrestato Pasquale Bonavota, super latitante considerato il più pericoloso in circolazione dopo la cattura di Messina Denaro (ansa) free.it

Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica-Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore capo antimafia Nicola Gratteri. Il super latitante, Capo della ‘Ndrangheta vibonese, classe 1974, risultava latitante dal 2018.

Il suo nome compariva nella lista del ministero dell’Interno dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze. Pasquale Bonavota era solo secondo a Messina Denaro. Infatti, dopo l’arresto del padrino siciliano avvenuto lo scorso gennaio, era lui il latitante più ricercato in Italia.

Arrestato il latitante più ricercato d’Italia: Pasquale Bonavota è stato fermato a Genova

Il 49enne Bonavota capo della cosca omonima ‘ndranghetista, è stato arrestato questa mattina dagli uomini del Ros a Genova. Il super latitante era inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità dei ricercati dal Ministero dell’Interno.

Pasquale Bonavota arrestato
Arrestato il super latitante Pasquale Bonavota. Il boss più ricercato d’Italia dopo Messina Denaro. (ansa) free.it

Finito in manette nel capoluogo ligure dopo dettagliate indagini condotte dai carabinieri del Ros e dai comandi provinciali carabinieri di Vibo Valentia e Genova. Il ricercato ‘ndranghetista, come riporta LaPresse: “era destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nell’ambito dell’indagine “Rinascita – Scott” del Ros, dal tribunale di Catanzaro”.

L’uomo è ritenuto capo supremo dei delitti di partecipazione ad associazione mafiosa con il ruolo di Capo della cosca Bonavota rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio, provincia di VV. La carriera mafiosa di Pasquale Bonavota inizia in Calabria per poi spostarsi in Piemonte, e più precisamente tra Moncalieri e Carmagnola dove il boss era stato assunto in modo fittizio in una ditta edile di Torino tra il 2015 e il 2016. La Build Up era intestata a un prestanome delle cosche calabresi. In seguito la famiglia dei Bonavota aveva anche aperto un bar a Moncalieri. Proprio nella cittadina piemontese alle porte di Torino il super latitante e la sua famiglia godevano dell’appoggio di alcuni uomini ritenuti tra i più fedeli. Tra questi anche Antonio Serratore, in carcere a seguito dell’operazione “Big Bang” scattata nell’ottobre del 2016.

I ringraziamenti allo Stato del presidente della Regione Calabria

Pasquale Bonavota, era l’unico soggetto rimasto ancora latitante dopo che l’operazione del Ros, denominata “Rinascita – Scott”, il 19 dicembre del 2019, aveva portato in carcere oltre 334 soggetti ritenuti affiliati alle strutture mafiose della ‘ndrangheta.

Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica – direzione distrettuale antimafia di Catanzaro – guidata dal magistrato antimafia calabrese Nicola Gratteri. Dopo l’arresto del super boss latitante, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in una nota riportata anche dalla Gazzetta del Sud ringrazia gli uomini dello Stato impegnati nell’arresto di Bonavota.

“La cattura di Pasquale Bonavota, esponente di spicco della ‘ndrangheta e uno dei quattro super latitanti più ricercati d’Italia, sottolinea ancora una volta il grande impegno profuso dallo Stato nel contrasto alla criminalità organizzata. Quella di oggi è l’ennesima brillante operazione frutto di articolate indagini condotte dal Ros, dai comandi provinciali dei Carabinieri di Vibo Valentia e Genova, e dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. A loro rivolgo il mio sincero apprezzamento, quello della Regione che ho l’onore di governare, e soprattutto la gratitudine di tutti i calabresi che aspirano a un futuro libero da ogni condizionamento mafioso”.

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