Squalifica Lukaku, interviene Gravina: come cambiano le semifinali di Coppa Italia

Squalifica Lukaku, Gravina pronto a reagire. Il numero uno della Federcalcio interviene. Cosa succede alle semifinali di Coppa Italia.

Lukaku può risollevare l’Inter nel momento più caldo della stagione, ma non è solo questo che conta. Il belga è stato protagonista nelle semifinali di andata di Coppa Italia contro la Juve per un gesto molto particolare: l’esultanza a zittire il pubblico, con il saluto militare. Iniziativa dovuta a cori razzisti che tifosi – oltre il limite della decenza – hanno dedicato all’ex Chelsea e United.

Inter Lukaku
Lukaku può sperare nel ritorno in campo (ANSA)

L’attaccante non solo non ci sta, ma risponde a tono: profondità, garbo e grazia. Immagine diventata subito iconica, ma la squalifica sembrava essere d’uopo. Il dibattito si è acceso ulteriormente. L’esultanza certamente non era convenzionale, ma l’attaccante si sarebbe esclusivamente difeso alla sua maniera da invettive di pessimo gusto.

Lukaku, squalifica rigettata: ci sarà contro la Juve

Gratuite e prive di senso. Quindi quello che era un provvedimento apparentemente scontato diventa un caso. Quanto basta per essere tacciato e richiamato all’ordine: insubordinazione, almeno sulla carta. Fin quando non interviene il Presidente della FIGC Gabriele Gravina, l’uomo toglie la penalità al centravanti: le motivazioni – dopo un lungo dibattimento – sono appunto che si stava difendendo da accuse e insulti razziali.

Romelu Lukaku
L’attaccante belga di nuovo disponibile (ANSA)

Tanto basta per voltare pagina, almeno sul campo perchè la tematica del razzismo deve continuare ad essere arginata nelle sedi opportune e senza che i giocatori debbano essere costretti a rimetterci in prima persona. La squalifica, dunque, si azzera. Il belga ci sarà per il ritorno contro la Juventus, sperando che a parlare sia solo il campo e non quello che purtroppo potrebbe succedere fuori.

Al netto dell’esultanza ribelle, determinati atteggiamenti continuano ad esistere. Dentro e fuori gli stadi. Una vera e propria sconfitta senza nessuna attenuante, per uno sport che continua a essere aperto e unificante. Malgrado tutto.

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