Torino-Napoli è anche retroscena. Oltre la ribalta degli azzurri ci sono anche le reazioni dei vip: Cannavacciuolo insultato allo stadio.
Torino-Napoli lascia agli azzurri un poker servito e ai Granata il rimpianto di una partita incredibile subita per manifesta inferiorità sul piano tecnico. La situazione non è rimasta impressa positivamente agli occhi dei tifosi che avrebbero preferito un altro epilogo. Situazione opposta dalle parti di Napoli, naturalmente, dove già si pensa allo Scudetto. Il tricolore sul petto c’è idealmente.
Manca l’aritmetica che potrebbe arrivare fra qualche giornata. Campo a parte, l’ambiente partenopeo galvanizza molti. A partire dai tifosi più illustri: un volto noto è Antonino Cannavacciuolo. Il celebre Chef è ormai un habitué del Maradona e segue la squadra anche in trasferta. A Torino ha trovato un’atmosfera tutt’altro che gioviale.
Il personaggio televisivo è stato preso di mira dal tifo organizzato dei granata che non hanno fatto altro che insultarlo per tutta la partita: “Ciccione” e altri epiteti piuttosto forti a scandire la gara. Non c’è nulla da aggiungere, quello che resta l’ha messo Cannavacciuolo che si è limitato a un’occhiataccia oltre i limiti. In grado di pietrificare gli haters, ma non di fermare il trend nefasto che ha coinvolto un intero gruppo di persone.
La volontà è quella di arginare certi episodi, ma non sempre è possibile: dal Web arriva solidarietà al cuoco. La Rete è pronta ad accogliere ogni tipo di manifestazione, ma quando si entra nella sfera violenta – anche sul piano verbale – i tifosi (quelli più morigerati e passionali senza bisogno del turpiloquio) fanno quadrato e difendono lo Chef. Non che l’uomo abbia bisogno di difese, ma sapere di avere del sostegno fa sempre piacere.
Così Cannavacciuolo ha ringraziato tutti senza remore e chi gli ha mostrato solidarietà continua a farlo indistintamente nella speranza di non dover assistere più a simili atteggiamenti: il comportamento allo stadio è una piaga sociale con cui ancora oggi bisogna fare i conti. Molto spesso, quando si arriva alla maleducazione, non c’è modo di arginare la condotta inqualificabile degli appassionati.
Da tifosi a trogloditi nel giro di pochi minuti: è successo questo a quella che si presentava come una sparuta minoranza di persone, capace di far più rumore di uno stadio intero. L’eco delle offese non ha confini e né bandiera. Fatta eccezione per il vessillo dell’inciviltà che sventola sempre alto, ma poche volte ha il vento a favore.
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