Cutro nel caos, scritte al veleno contro il Ministro Piantedosi: tensione prima del Cdm

Cutro ospiterà il Cdm di Governo tra mattina e pomeriggio. Scritte sui muri contro il Ministro dell’Interno Piantedosi: tensione alle stelle.

Cutro, lo specchio dei rimorsi. Il Governo arriva nel crotonese dove nelle scorse settimane si è consumata la tragedia che ha portato al naufragio di una nave con 180 migranti potenziali a bordo e 79 vittime. Morti che si potevano e dovevano evitare, ma non è solo questo il punto.

Il Ministro Piantedosi al centro della polemica

Il problema, secondo una parte dell’opinione pubblica, sono le parole del Ministro dell’Interno Piantedosi: l’uomo – subito dopo la disgrazia – ha detto “i migranti non devono partire”. Parole che, ha dichiarato successivamente, sono state fraintese. “Non ce l’avevo – dice – con quelle povere famiglie e tutte quelle persone che hanno perso la vita”.

Il Ministro Piantedosi nel mirino: scritte al vetriolo lungo la Statale di Cutro

“Il mio appello era contro gli scafisti”. In tal senso il Governo lo appoggia, quindi nessuna possibilità di dimissione – come chiedevano le opposizioni nei giorni scorsi – tutto resta dov’è. Precisamente a Cutro, dove oggi il Governo tiene il Consiglio dei Ministri. Una mossa strategica secondo le opposizioni: “Serve a lavarsi la coscienza”, ma per il partito di maggioranza in ballo c’è molto di più.

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Il Ministro dell’Interno preso di mira a Cutro (ANSA)

Leggi sull’immigrazione, provvedimenti più stringenti contro gli scafisti e allargamento delle maglie per quanto concerne l’immigrazione “regolare”. Stoccata ai clandestini, insomma. Questo è quello che Giorgia Meloni auspica attraverso una stretta importante nella forma, per far sì che la sostanza prenda un’altra piega. Nel frattempo l’arrivo nel crotonese è più teso del previsto: la classe politica non è accolta con giubilo.

Scritte contro il Ministro dell’Interno Piantedosi lungo la Statale 106: “La politica arriva, i morti rimangono”. Una delle frasi più “gentili” che si leggono. Una vera e propria sequela di “dediche” che l’uomo e la politica tutta incassa. La distanza fra cittadini e cosa pubblica è sempre più importante e, a tratti, insanabile.

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