Juventus, l’ex consigliera Marilungo interviene a deporre sull’inchiesta Prisma: la deposizione potrebbe spostare il baricentro dell’indagine.
Juventus, il cerchio si stringe. Tocca a Daniela Marilungo deporre: prosegue il giro di deposizioni per raccogliere elementi in vista del prossimo 27 marzo quando ci sarà la prima udienza del processo che vede indagati gli ex dirigenti bianconeri, compreso Andrea Agnelli, con l’accusa di falso in bilancio e aggiotaggio.
Aver falsificato i bilanci e di conseguenza i campionati, con relativa compromissione del mercato e regole del FairPlay Finanziario. Una sequela di conseguenze potrebbero abbattersi sui bianconeri. Fino alla radiazione dal campionato, perchè c’è la possibile revoca delle licenze UEFA in ballo che estrometterebbe la Vecchia Signora anche dalle competizioni europee.
L’ex consigliera, Daniela Marilungo, è stata ascoltata dagli inquirenti per fare chiarezza. Così come è successo con gli altri rappresentanti di quella Juventus. La società composta da Agnelli, Paratici e Arrivabene, ma non solo. Le operazioni fatte dopo il periodo pandemico e anche qualcosa di antecedente nel mirino: diverse versioni all’orizzonte, ma i pezzi del puzzle sembrano combaciare.
Nello specifico la Marilungo affronta l’aspetto legato alle sue dimissioni: “Una decisione sofferta, ma inevitabile, scaturita in un pianto liberatorio”. Il passo è arrivato – secondo la ricostruzione – il 25 novembre 2022. Non appena la donna ha saputo che la situazione economico finanziaria non sarebbe presto stata sostenibile. Una resa. La nave stava affondando, stando a quanto dice l’ex dirigente, e sarebbero scattate dimissioni a catena. Il CDA – questo è dimostrabile – qualche tempo dopo si è dimesso.
“Ricordo la fretta di approvare il bilancio – racconta Marilungo – se non depositavamo le carte, non potevamo iscriverci ai campionati. Ci hanno più volte presentato come queste conseguenze sportive avrebbero potuto minare la continuità aziendale“, spiega la donna. Le parole lette sul Corriere della Sera lasciano poco spazio a interpretazioni. Tutti sapevano, era solo questione di tempo.
Quello che la Juventus sembra non avere più, stanno crollando anche le ultime certezze: un’ecatombe più nera che bianca. Dove le ombre sembrano essere più delle luci: il dentro-fuori di Agnelli concretizzato in un colloquio. Deposizione che rimane agli atti, intanto la sabbia continua a scorrere nella clessidra.
Il tempo stringe, anche il destino della Juve che il prossimo 27 marzo potrebbe prendere forma. Anche se siamo solo all’inizio, le premesse di quest’inchiesta lasciano spazio a ulteriori intrecci. Una matassa difficile da sfatare: la Vecchia Signora è pronta all’ultimo atto di un’Odissea in cui non sembra esserci posto per il lieto fine.
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