Mediaset, Pier Silvio e Marina Berlusconi spostano 80 milioni. Una coincidenza che fa riflettere le Borse e non solo: cosa sta succedendo.
Mediaset, non c’è pace a Cologno Monzese. Le antenne non dormono mai, non solo per ragioni radiotelevisive. L’azienda di Berlusconi sta vivendo un periodo altalenante: la crisi si fa sentire, ma il Biscione tiene botta anche grazie al vasto polo radiofonico che è stato messo in piedi da qualche anno.
Una vastità di contenuto che paga in termini di ascolti, meno in ambito di fondi. Questi, però, sono i rischi del mercato: ora è tutto nelle mani di Pier Silvio Berlusconi che amministra l’azienda sulle orme di papà Silvio. L’egida resta sempre la stessa, poi c’è l’altra figlia: Marina, che insieme a Barbara fa da raccordo. Adesso conta l’accordo più che altro. Il motivo è la sostenibilità. Fonti vicine alla famiglia avrebbero rivelato al Corriere della Sera che i due fratelli nel giro di poco tempo avrebbero prelevato 80 milioni in totale.
Non proprio una somma qualsiasi, i sospetti sono cominciati a emergere: cosa sta succedendo? In molti sperano nell’ulteriore ricapitalizzazione chiesta da mesi, ma c’è anche chi azzarda dell’altro: quei soldi potrebbero servire ai due rampolli di casa Berlusconi per fare un altro tipo di investimenti, quindi lasciare Mediaset. Un passaggio all’estero che non sarebbe più partner affiancato. Come sarebbe dovuto essere nel caso di Vivendi, diatriba poi risolta in altro modo. Anche in ambito legale.
Le curiosità restano: a tal punto che la Borsa, in termini di azioni, comincia a valutare ogni ipotesi. Motivo per cui il valore del titolo Mediaset è schizzato in pochissimo tempo. L’eventuale passaggio di consegne galvanizza gli imprenditori, i lavoratori restano scettici: tutele già ne vedono poche. Temono che un passaggio di proprietà possa coincidere con un repulisti. Quello che molti vorrebbero evitare.
Restiamo, comunque, sul campo delle ipotesi: certo è che 80 milioni sono usciti dalle casse di famiglia. Il vero enigma è la motivazione, attorno alla quale si snodano una serie di conseguenze che potrebbero spostare anche gli equilibri economici nel settore delle telecomunicazioni. Berlusconi, come simbolo, prima ancora che come rappresentante, non è pronto a uscire di scena. Semmai cambierà pelle, ma non è ancora tempo di pensarci. Non prima di aver capito che strada prendere.
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