Sanremo 2023, i voti della quarta serata: Mengoni pronto per vincere, Ariete più abbattuto che Battiato

Sanremo 2023, le cover sono l’operazione nostalgia più attesa. Aspettando la finale, le emozioni fanno da padrone. Non sempre in positivo.

Let it bis più che Let it Be. Mengoni vince la serata delle cover a Sanremo 2023, ma qualcuno pensa che già sia il vincitore della kermesse. Il sabato riprende la gara dei big, ma venerdì è simbolo di festa e leggerezza con gli omaggi dei cantanti ai brani più significativi del passato. Amadeus ha lasciato ampia scelta, ma non tutti hanno colto lo spirito della serata.

Sanremo Mengoni
Mengoni sul palco dell’Ariston (ANSA)

Cominciamo con Elodie che lo spirito più che coglierlo avrebbe dovuto portarlo a tutti coloro che hanno visto la sua esibizione: un calo di zuccheri è la reazione minima che in platea si è riscontrata, mentre qualcuno ha addirittura avuto dei mancamenti ma conservava il buon gusto di rimanere sul proprio divano di casa. American Woman, con la complicità di Big Mama, è stata un’esibizione in grado di mettere a dura prova anche i più equilibrati. Disarmante: 8.

Le pagelle della quarta serata: migliori e peggiori

Ultimo, ma non per importanza, è l’altro artista che ha amato sparigliare le carte presentandosi sul palco con Ramazzotti. Eros – nomen omen – ha conservato tutta la sua presenza scenica ritrovando il carisma dei tempi migliori: il medley è piaciuto a grandi e piccini, al punto da perdonare anche una piccola amnesia: Sanremo gioca brutti scherzi, si è dimenticato il testo della canzone. Ma i brani di Ramazzotti non si cantano, si vivono. Tutto a posto: 7.

Sanremo Chiara Francini
Gianni Morandi e Amadeus accanto a Chiara Francini (ANSA)

Olly ha dimenticato a casa Benji, ma porta con sé Lorella Cuccarini. La notte vola, non come il tempo che per la attrice e ballerina sembra non passare mai. Una forma conturbante mette il pubblico dell’Ariston in condizione di sorprendersi ancora: classe 1965 e Lorella Cuccarini sembra ancora quella di Fantastico. Forse di fantastico, adesso, c’è l’integratore che prende. Oppure diteci il suo segreto che deve necessariamente essere diverso dalla semplice acqua e zucchero: la donna parrebbe aver trovato l’elisir di lunga vita. 7,5.

Avremmo voluto dire lo stesso di Ariete e Sangiovanni, ma evidentemente gli astri non si sono allineati. La responsabilità, però, sembra essere più del manager che di Branko. Qualcuno deve aver consigliato loro di portare sul palco Battiato. Più che un tributo è sembrato uno sfogo: il risultato è ben distante dalle aspettative. Cerco un centro di gravità permanente canta Ariete. Sangiovanni asseconda l’artista, ma farebbe bene a cercare un’alternativa. Almeno sul piano musicale. Il look incuriosisce, peccato che si perda non appena comincino a cantare. Voto: 5.

Elisa e Giorgia ugole d’oro, Grignani e Arista senza freni

Grignani e Arisa sono come Elisa e Giorgia. Opposti, ma mentre le seconde si attraggono, i primi sembrano agli antipodi. Li salva la canzone e la volontà di sparigliare le carte, ma è troppo poco. Destinazione Paradiso meritava un altro lustro: quello che è stato intercettato lo scorso anno quando, al posto di Rosalba Pippa, sul palco dell’Ariston c’era Irama. Voto: 6, ma da Gianluca ci si aspetta molto di più.

Paola e Chiara Sanremo
Paola e Chiara a Sanremo (ANSA)

Elisa e Giorgia, invece, posano idealmente il microfono e prendono il registro: una performance da 8, perchè dimostrano di saper cantare ma ancor più vivere ciascuna emozione. Rivali in passato, complici adesso. Parole dette male, recita la canzone della Todrani, non stavolta dove tutto è al proprio posto. Gli altri possono solo guardare. Compreso Mengoni che vince, ma sa che c’è vita oltre Sanremo. E Giorgia ed Elisa – quella vita – la prendono a morsi (anzi ad acuti) da tempo.

Leo Gassman e Bennato ci riportano idealmente indietro nel tempo: sembra di essere negli anni ’80, ogni emozione è riassunta nelle frasi di Alessandro Gassmann. “Sono il padre del numero 18”. Il ragazzo si è preso la scena con merito. Voto: 6,5. Articolo 31 e Fedez come Paola e Chiara con il “merito” di aver fatto arrabbiare mezza scena politica italiana per aver chiesto pubblicamente di legalizzare la Marijuana. 7- a entrambi.

Rosa Chemical trova l’America, Fedez la rabbia della Meloni

Tananai riporta sul palco Biagio Antonacci, ma sembra essere in un vestito non suo. Infatti è di Cristicchi: “Vorrei cantare come Biagio”, ma per fortuna è un altro artista. Non avrebbe bisogno di ricalcare versioni altrui. Piace, eventualmente, quando è sé stesso: cover incluse. 5. Menzione speciale per Rosa Chemical che porta sul palco Gianna Nannini, ma l’America la trova lui. Una vera e propria rivoluzione la sua che dimostra quanto saper rischiare, talvolta, paga: 7,5.

Sanremo Rosa Chemical
Sanremo, Rosa Chemical e l’omaggio a Gianna Nannini (ANSA)

Chiudiamo con i conduttori, Morandi spicca: la maratona ideale a inizio serata gli permette di guadagnare qualche punto in più. Non fosse altro perchè, sia in platea che fuori, molti non sarebbero in grado di fare lo stesso. Voto: 6,5. Chiara Francini lo segue come un mentore, ma il risultato è quello di una co-conduttrice vecchio stampo che ride a comando e non riesce a restituire emozioni autentiche. Bene il monologo, ma è troppo tardi per dimostrare che l’attrice è molto più di una discesa dalle scale da diva. Avrà tempo e modo di dimostrarlo altrove. Inconsistente: 5.

Gianni Morandi mette il turbo, Amadeus resta diesel

Amadeus, invece, la consistenza deve trovarla: si sdoppia, cerca di essere ovunque, ma non sempre ce la fa. Al punto da “dimenticare” anche Carolina Crescentini sulle scale. È tutto sulle sue spalle e si vede, Direttore Artistico non a caso. Non può essere un robot, anche se per quanto prende cercherà di diventarlo: 5,5. Anche se il voto complessivo sarà più alto, nella singola serata è apparso stanco. Esattamente come chi l’ha guardato fino alle 2.00 di notte, ma di tirare per le lunghe ha deciso lui: il resto è una conseguenza. Pertanto chi è causa del suo mal non può avere la sufficienza.

Morandi Sanremo
Morandi a Sanremo (ANSA)

Non era così, ma la sostanza non cambia. Speriamo cambi (registro) la serata finale. Altrimenti, il prossimo anno, media partner sarà Bonomelli. Poltrone e sofà restano, ma il rischio è che siano davvero l’unica risorsa per sopravvivere a questo girone senza tempo che di infernale ha ben poco. Preferisce restare soporifero.

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