Amadeus presenta la serata finale del Festival di Sanremo. La conferenza stampa è occasione anche per rivelare un segreto inaspettato.
Amadeus arriva nella sala stampa Lucio Dalla consapevole di dover dare più di una spiegazione: Giorgia Meloni e la maggioranza di Governo non avrebbero gradito l’exploit di Fedez rispetto alla richiesta di “legalizzazione della Marijuana” avvenuta sul palco dell’Ariston nel corso della serata delle cover.
Il rapper di Rozzano si è esibito nel corso della serata delle cover e insieme agli Articolo 31 ha fatto un medley delle canzoni più famose del duo. La volontà di sparigliare le carte c’era, secondo una parte della politica italiana però si è andati oltre. Amedeo Sebastiani spiega che il cantautore di Rozzano non ha consegnato alcun testo preventivamente: “Ripeto che quello che fanno gli artisti senza che sia concordato resta responsabilità loro”, come a volersi scagionare.
Un altro rebus persiste nella sala stampa: l’assenza di Chiara Ferragni, co-conduttrice anche in questa serata finale dopo l’inizio della kermesse, in conferenza di presentazione. Il Direttore Artistico assicura che non c’è nessuna correlazione fra questi eventi. “Chiara è assente per altri motivi, non è legato all’episodio di Fedez il forfait”. I preparativi per stasera fervono e la donna avrà voluto dedicarsi alle attività preparatorie per l’ultimo atto della kermesse: non sembra essere previsto alcun monologo da parte dell’imprenditrice digitale.
Una parentesi istituzionale, però, ci sarà: si tratta del messaggio di Zelensky che verrà letto in diretta da Amadeus prima dello spareggio fra i top 5 della serata: “Siamo pronti anche su questo – afferma – ribadisco, anche con l’aiuto di Stefano Coletta, che non c’è mai stata censura da parte della Rai. Semplice controllo come avviene per qualunque altra attività legata ai contenuti da mandare in diretta”. Il messaggio arriverà per mano dell’Ambasciatore ucraino e sarà tradotto simultaneamente.
L’argomento apre a molteplici scenari, per questo Sebastiani gioca a carte scoperte: “In 4 anni non ho mai ricevuto alcuna pressione politica. Non avrei accettato altrimenti. Io difendo l’arte e la libertà di pensiero sopra ogni cosa, non ammetto nessuna prevaricazione, come avete avuto modo di vedere in queste serate. Ci tengo a lasciare la mia impronta sempre. Nel caso di Zelensky è stato lo stesso: si è prestata questa occasione e l’ho colta al volo. Non è politica, si tratta di ricordare un conflitto che speriamo possa essere presto risolto. Il Festival non ha colore di alcun genere“.
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