Addio Vialli, dalla Cremonese allo scudetto con la Samp: le vittorie con Juve e Chelsea | Una vita da campione

Mentre Wikipedia ha già aggiornato il suo profilo con la data della morte, sulla rete corrono i ricordi di vita: quelli di un grandissimo campione scomparso a soli 58 anni. Dalla Cremonese alla Sampdoria, dalla Juventus alla Nazionale fino ad arrivare in Premier, poi di nuovo in azzurro. Accanto all’amico di sempre, Roberto Mancini

Nel giornalismo le chiamano foto-notizie. L’istantanea dell’abbraccio tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini a Wembley da campioni di Europa, in realtà è qualcosa di più di una notizia immortalata e cristallizzata in uno scatto.

Addio Vialli, la sua carriera
Addio Vialli, la sua carriera. Foto Ansa

Quella foto è la storia di due uomini che vendicavano  la sconfitta per una finale Champions persa nello stesso stadio contro il Barcellona 29 anni prima. Quell’immagine raccontava di un’amicizia profonda, intensa e vera, e dei sacrifici di chi per arrivare fino al tetto d’Europa ne aveva percorsa di strada, fatta anche di tantissimi ostacoli e insidie.

Ed oggi che il mondo dello sport piange un grande uomo, un grande attaccante, un grande campione come Gianluca Vialli, quella immagine diventa un anche il simbolo in vita di un’altra battaglia che purtroppo l’ex calciatore di Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea e ovviamente della Nazionale, non è riuscito a portare a casa. Il tumore al pancreas ha vinto su Vialli dopo 5 anni di malattia, cure, speranze, momenti alti e momenti bassi: come l’annuncio arrivato lo scorso 14 dicembre dallo stesso Vialli, in cui si capiva che il cancro stava avendo purtroppo la meglio. Ma ora ripercorriamo la pazzesca carriera di questo giocatore di calcio che ci sapeva fare tanto coi piedi, ma anche con le parole. Perchè la sua era una testa brillante.

Vialli, gli esordi con la Cremonese

Incontro con Gianluca Vialli e Roberto Mancini alla 40/a edizione del Torino film festival, 26 novembre 2022 ANSA ALESSANDRO DI MARCO

Gianluca Vialli inizia la carriera a Cremona, sua città natale. Esordisce a soli 16 anni in Serie C con la Cremonese, poi in Serie B nelle successive tre stagioni segna 23 gol in 103 partite. Gli mette gli occhi addosso la Sampdoria, e nell’estate 1984 veste il blucerchiato. Sarà l’inizio di una lunga storia d’amore. Nel 1986 sarà Vujadin Boskov a vedere in lui un centravanti inarrestabile. Si creò così la coppia tra le più amate e ricordate del calcio italiano: Vialli, Mancini. Il numero 9 e il numero  10. Mancini creava, Vialli rendeva concrete quelle magie e la palla finiva sempre in rete. Gemelli in campo, amici fuori. un legame destinato a non interrompersi mai. Fino alla fine. Fino ad oggi.

Nel 1991 arriva lo scudetto con la Samp, poi Vialli va alla Juve

Trascinata da suoi “gemelli del gol”, la Sampdoria vince la Coppa Italia nel 1985, nel 1988 e nel 1989. In quest’ultima edizione Vialli è capocannoniere del torneo con 13 gol in 14 partite. Gianni Brera lo ribatezza Stradivialli. Per 6 campionati di fila, conclude la stagione in doppia cifra. Poi arriva il 1991, l’anno dello scudetto con la Samp. Scudetto  frutto di un “patto” nello spogliatoio tra tutti i campioni della squadra, che si erano impegnati a non lasciare la Sampdoria finché non fosse arrivato quel titolo. Intanto Gianluca Vialli era anche diventato uno degli uomini fondamentali della Nazionale, nonostante da giocatore non alzerà in azzurro trofei importanti.

Nel frattempo i campionati proseguono e  la Juventus nell’estate 1992 fa le cose in grande stile e fa arrivare a Torino proprio lui: Vialli. Qui farà  coppia con un altro grandissimo 10 del calcio italiano: Roberto Baggio. Con Trapattoni allenatore sulla panchina  bianconera.  Vialli vince la Coppa Uefa nel 1993, ma è dalla stagione 94/95 che la Juventus si esalterà. Lippi alla guida del club blasonato e vincente inventa un tridente in cui i suoi uomini si sacrificano e il 22 maggio del 1996 arriva la Champions League.

Dall’Italia all’Inghilterra in Premier

Gianluca Vialli è morto, foto Ansa
Gianluca Vialli è morto. Foto Ansa

Dopo 4 anni, con 53 gol in 145 gare, la  vittoria nel torneo più importante, e dopo la Champions conquistata a Roma Vialli si tuffa nell’avventura Premier, sarà uno dei primi Italiani ad arrivare nel calcio inglese insieme a Di Matteo e Zola. Squadra quella del Chelsea. Allenatore Ruud Gullit. Non contento dei trofei da calciatore, diventerà giocatore-allenatore al posto di Gullit e, dal 1999, unicamente di allenatore. Bottino?  FA Cup, Coppa di lega, Charity Shield, Coppa delle Coppe e Supercoppa europea.

La vita di Gianluca Vialli all’insegna del calcio non si ferma nemmeno dopo aver lasciato la carriera come allenatore, perchè con l’approdo a Sky sport inizia una fase nuova: sempre all’insegna del consenso e del successo. Con lui un altro grande e sfortunato amico, Paolo Rossi, scomparso il 9 dicembre del 2020. Nel 2017 però Vialli impatta tremendamente contro la scoperta della malattia: tumore al pancreas. Un “compagno di viaggio” che affronterà non da subito a viso aperto. Poi farà di questo percorso anche un impegno virtuoso. Tante le parole spese e pubblicate per parlarne anche in pubblico. Qui ne ricordiamo una in particolare ““La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh”.

Nel 2019 Vialli torna in azzurro. Nel 2021 la vittoria all’Europeo

Nel 2019 riabbraccia la Nazionale e il suo amico Roberto Mancini: capo delegazione degli azzurri, questo ruolo fondamentale che vestirà fino appunto a quel  trionfo all’Europeo nell’estate 2021, vincendo la finale contro l’Inghilterra a Wembley. Lo scorso Il 14 dicembre l’annuncio della decisione di sospendere il suo impegno con la Nazionale: “L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia”. Oggi la notizia della sua morte. Addio ad un grande del calcio italiano.

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