Omicidio Alice Neri, parla il presunto killer: spiega i legami con la vittima

Parla dalla Svizzera dove è fuggito il giorno dopo la scomparsa di Alice Neri, la giovane donna il cui corpo carbonizzato venne ritrovato nel baule della sua auto in zona Concordia, provincia di Modena, lo scorso 18 novembre. Il tunisino indagato ora dice “Tornerò in Italia, sono innocente”

Quasi un mese. Quasi 30 giorni sono trascorsi da quando all’interno del bagagliaio della sua auto, Alice Neri giovane donna e mamma di 32 anni, viene ritrovata morta.

Alice Neri, dalla Svizzera parla il tunisino indagato per la sua morte
Alice Neri, dalla Svizzera parla il tunisino indagato per il suo omicidio

Il suo corpo  è carbonizzato è rinvenuto nei pressi di Concordia, zona in provincia di Modena.  Dal giorno prima  era scomparsa; il marito il mattino precedente intorno alle 6 non avendola vista rincasare dopo una serata trascorsa fuori, si era rivolto alle forze dell’ordine. Sul registro degli indagati finiscono quasi subito due nomi, come in un classico delle sceneggiature di quasi tutti i gialli che si rispettino.

Gli investigatori si concentrano dunque sul marito di Alice e sull’uomo, un collega della donna, con cui aveva trascorso l’ultima sera in un bar a bere aperitivi. Fino all’incirca alle 2.30 del mattino. Alice aveva però raccontato che quella sera sarebbe stata con un’amica. Insomma la vittima aveva mentito all’uomo che aveva sposato.

Che i due, marito  e collega dunque,  finiscano sul registro degli indagati è anche un atto voluto. Stando alle informazioni raccolte fino ad ora e alla collaborazione fornita da entrambi, però i due uomini avrebbero alibi e motivazioni tali da non essere considerati come gli autori materiali del delitto e della distruzione del cadavere di Alice.

Morte Alice Neri, dalla Svizzera parla il tunisino indagato per l’omicidio della donna “Io non c’entro niente”

Passaggio non da poco questo, che ci porta dritti dritti al terzo indagato, vera novità di questi ultimi giorni nel caso che carabinieri e magistrati stanno in tutti i modi cercando di risolvere. Sì perchè dopo tre settimane  di forte attività investigativa, nel giallo sull’omicidio di Alice Neri, arriva quella  che improvvisamente appare la svolta: Mohamed Gaaaloul, 29 anni tunisino, diventa il principale indagato.

L’uomo risulta però fuggito all’estero e deve rispondere di omicidio e distruzione di cadavere.  Ma perchè il 29enne tunisino avrebbe ucciso Alice? Quale legame esisteva  tra i due? Si conoscevano, si frequentavano?

Omicidio Alice Neri, dalla Svizzera parla il terzo indagato
Omicidio Alice Neri, dalla Svizzera parla il tunisino indagato per la sua morte. Foto Ansa

Le voci si rincorrono, e con loro anche presunte o reali ricostruzioni. Poi esistono i fatti però, e i fatti ci dicono che Mohamed quella notte, dopo che Alice aveva trascorso col suo collega la serata allo “Smart Cafè” fino a dopo le  due notte,  fosse presente nello stesso bar. Le telecamere di sorveglianza montate intorno alla zona, hanno testimoniato che dopo le 2.30 del mattino Alice e il collega siano rimontati sulle rispettive auto e abbiano preso direzioni opposte. Da quel momento notizie non se ne hanno più, se non quelle di un cellulare, quello della donna uccisa che verso le 3  del mattino, non risponde alle chiamate in ingresso.

Alice Neri, dalla Svizzera parla il tunisino indagato “Le ho solo chiesto un passaggio”

Ora Mohamed Gaaloul, dalla Svizzera, raggiunto al telefono da un giornalista della Gazzetta di Modena,  dice di essere innocente e di voler tornare in Italia per raccontare la sua verità. “Adesso vado subito dalla polizia. Io non ho fatto niente. Quella sera ero lì, ho giocato alle macchinette, fumato una sigaretta, bevuto una birra. Poi una ragazza bionda mi ha dato un passaggio per andare a casa. Non sono nemmeno entrato nel bar. Vado spesso allo Smart Cafè, ma la sala slot ha un ingresso separato. Ho preso da bere e sono andato a giocare alle macchinette, non ho parlato con nessuno quella sera“.

Come più volte detto, Alice col suo collega erano nello stesso bar, e il tunisino ora indagato della morte della giovane mamma della provincia di Modena dichiara su questo  “”Ho visto una giovane insieme ad un ragazzo. Non so se fosse la ragazza morta. So solo che non la conoscevo, non l’avevo mai vista prima al bar“. L’indagato introvabile dal giorno della sparizione di Alice prosegue a dire “ho fumato una sigaretta e le ho chiesto un passaggio. Lei mi ha detto: ‘Andiamo’. Mi ha accompagnato a due chilometri dallo Smart Cafè. Io abito a Vallalta, ma quella notte ho dormito a casa di mio cugino che abita a Concordia”.

Compito degli inquirenti e degli investigatori ora capire quanto queste affermazioni possano rispondere alla verità. Intanto però l’uomo è ancora fuori dall’Italia.

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