Carlotta Benusiglio, il giudice spiega il motivo del suicidio a Milano | Critiche alle indagini

Le motivazioni del suicidio della stilista Carlotta Benusiglio spiegano anche la condanna del suo fidanzato Marco Venturi a 6 anni di carcere. La donna fu trovata impiccata con una sciarpa legata ad un albero.

La tragedia risale al 2016. Nel testo delle motivazioni forti di 293 pagine, la giudice ha spiegato come il gesto della stilita sia stato di natura dimostrativa. In altre parole la donna voleva evitare di morire e sperava che Marco Venturi intervenisse per evitare il triste epilogo.

Suicidio Benusiglio, le motivazioni del gesto e la condanna del fidanzato – Facebook

L’uomo è stato condannato l’8 giungo scorso a 6 anni di carcere in quanto ritenuto colpevole di stalking, ma anche della morte della 37enne con un futuro nella modo. Benusiglio fu trovata impiccata ad un albero dei giardini di Piazza Napoli, a Milano. La vittima era giunta alla fine di un lungo percorso persecutorio.

Suicidio Benusiglio: la critica del giudice alle indagini

Il giudice ne ha anche per le indagini sul caso, ritenute “lacunose, contraddittorie e insufficienti”. Non sfuggono alla reprimenda neppure le perizie, troppo incerte tra suicidio e omicidio volontario, con il sopravvento finale del primo scenario. Durante il processo la richiesta della Procura era stata formulata in 30 anni di carcere per il 46enne. L’accusato era indicato come l’esecutore materiale del delitto, quindi colui che aveva strangolato la fidanzata dopo una lite, inscenando poi il suicidio per farla franca.

A supporto di questa tesi vi era anche una perizia fornita dai consulenti della famiglia di Carlotta. Più esattamente si faceva leva sulle registrazioni delle telecamere di sorveglianza. I filmati sembravano evidenziare come un’ombra un minuto prima della disgrazia si muovesse nei pressi dell’albero. Tuttavia il giudice in tal senso ha parlato di “artefatto di compressione”, ossia un effetto elettronico. In più sui vestiti della donna mancherebbero le tracce del trascinamento tanto da ritenere improbabile che ad uccidere fosse stato Venturi.

Suicidio Benusiglio, le motivazioni del gesto e la condanna del fidanzato
Suicidio Benusiglio, le motivazioni del gesto e la condanna del fidanzato – Pixabay

 

I motivi del suicidio

Ad opporsi alla tesi del suicidio è stata la famiglia della vittima. Stando a quanto si apprende, però, la stilista aveva una “personalità ben più sfaccettata e complessa di quella che viene descritta dai famigliari e dagli amici”. Si sentiva inoltre in “trappola”, incapace di liberarsi di una relazione di cui era succube. L’unica cosa che avrebbe potuta salvarla, si legge negli atti, sarebbe stato un “sincero gesto d’amore”. La ricostruzione della personalità di Carlotta Benusiglio è stata possibile anche rileggendo i messaggi e ascoltando le testimonianze di chi la conosceva.

Dalla Procura hanno ritenuto che anche un solo atto di affetto nei suoi confronti avrebbe potuto farle dimenticare le “più imperdonabili nefandezze subite da costui”. Così la tragedia del 31 maggio 2016 si sarebbe potuta evitare. Ma Marco Venturi non tornò sui suoi passi, lasciando al suo destino la donna che avrebbe dovuto amare. Ed ancora nel gesto estremo di Carlotta era racchiusa la speranza di evitare la morte per un insperato intervento di Venturi. Al riguardo il giudice spiega come l’uomo fosse consapevole dello stato d’animo della fidanzata. Immaginare l’epilogo non sarebbe stato così difficile. Carlotta Benusiglio si è suicidata alle 3:42 del 31 maggio 2016.

 

Impostazioni privacy