Governo Giorgia Meloni, taglio del cuneo fiscale: cosa cambia nei contratti

Governo Giorgia Meloni, il neo Presidente del Consiglio pensa al lavoro e alle tematiche correlate come il taglio del cuneo fiscale.

Giorgia Meloni si è insediata da poco e ha emanato subito le linee guida del nuovo corso: si fa strada il Governo del fare. Il Premier intende agire su diversi obiettivi tutti complementari a un’unica, grande, tematica: il lavoro. Anche il discusso iter che ha rimesso in circolazione i medici No Vax sospesi ha fatto discutere, ma il fine era soltanto quello di rimettere – testuali parole – in circolazione più di 5000 elementi fermi nel settore sanitario.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a via del CorsoIl
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a via del Corso

Insomma incentivare il lavoro sull’onda delle parole: “Non disturbare chi vuole fare”, ribadite a chiare lettere nel discorso della Fiducia a Camera e Senato. Non c’è solo questo, però, arriva un altro argomento capostipite della campagna elettorale: il Reddito di Cittadinanza.

Governo Meloni, cuneo fiscale priorità: cosa cambia

Tematica scottante assieme alla proposta di legge sui rave party. Le politiche melanzane continuano a dividere, ma tiene banco anche la questione contratti: se il punto è tagliare l’assistenzialismo per incentivare il lavoro e aiutare solo coloro che realmente sono in difficoltà, l’importante – dice Meloni – è agire sui contratti: tra il dire e il fare ci sono di mezzo diverse situazioni limite.

Meloni Reddito di Cittadinanza
Il Presidente del Consiglio (ANSA)

Una è quella legata all’evasione fiscale: aumenta il nero in Italia. Sempre meno sono, infatti, i contratti di lavoro regolari: uno dei motivi è il cuneo fiscale. Sottoinsieme di quel grande argomento, proposto da Salvini e Berlusconi come utopia possibile, che è la pace fiscale. Il problema, infatti, non sono solo i debiti accumulati per via dei rincari sulle cartelle esattoriali. L’interrogativo permane anche sui contratti di lavoro.

Meloni su questo intende proseguire lungo la strada intrapresa dal Governo Draghi: vale a dire introducendo lo sgravio contributivo al 2% per tutti coloro che hanno un reddito fino 35.000 euro. Successivamente c’è la redistribuzione del taglio dei costi che dovrebbero andare in parte a rimpinguare la busta paga dei lavoratori e in parte a foraggiare le imprese. L’opposizione promette barricate su RdC, tutto il resto dovrebbe mettere d’accordo le parti. Anche se i sindacati storcono il naso, imminente confronto nelle prossime settimane. Meloni resta sugli scudi.

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