Rave party illegali, retroscena e strappo nel Governo Meloni | Cosa dice la nuova legge italiana

Dopo il maxi raduno di Modena il Governo Meloni vara la stretta sui rave party. Scontro nella maggioranza sulle intercettazioni: salta la possibilità di controllare le chat di chi partecipa alle manifestazioni.

Ci stavamo già lavorando, i requisiti di necessità e urgenza nascono dal fatto che l’assenza di una normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come testimonia la cronaca degli ultimi anni”. Detto fatto. Le parole del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi confermano che i recenti fatti di Modena non hanno fatto altro che accelerare la pratica. Tutto secondo i piani, dunque: da adesso in poi chi vorrà organizzare rave illegali dovrà tener conto di quanto previsto dall’articolo 434 bis del Codice penale.

Rave party illegali
Rave party illegali, retroscena e strappo nel Governo Meloni | Cosa dice la nuova legge italiana

Si tratta della nuova fattispecie prevista con decreto legge dal Governo Meloni, da contestare anche a chi solamente partecipa a manifestazioni non autorizzate (ma la pena è diminuita): in più di 50 persone si configura il reato di invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’Ordine Pubblico, l’incolumità e la salute pubblica.

Rave party, Tajani contro Piantedosi in Cdm: “Non possiamo intercettare i ragazzini”

Ma se lo sgombero del capannone di Modena non ha presentato particolari criticità, lo stesso non si può dire per la prima volta del nuovo Governo a Palazzo Chigi. Nel bel mezzo del Consiglio dei Ministri è stato Antonio Tajani a strappare, pronti via, proprio sulla normativa anti rave: “Scusate – esordisce il vicepremier – questa cosa delle intercettazioni come strumento di indagine sui rave party non mi trova d’accordo. Si tratterebbe di una misura molto invasiva.

Rave party illegali
Rave party, Tajani contro Piantedosi in Cdm: “Non possiamo intercettare i ragazzini”

“Noi abbiamo sempre portato avanti una politica che tende a limitare gli ascolti a reati gravissimi, come quelli di mafia – prosegue Tajani – qua rischiamo di ritrovarci a intercettare i ragazzini che si messaggiano in chat per organizzare un rave…”. Arriva così un primo parziale freno al progetto del Ministro nonostante un clima descritto come collaborativo. Meloni fa buon viso a cattivo gioco: “Hai ragione, Antonio, pensiamoci bene”. Così questa ulteriore stretta, almeno questa, dovrebbe saltare.

Rave, multe e reclusione: cosa prevede il Decreto in Italia

“L’intervento normativo mira a rafforzare il sistema di prevenzione e di contrasto del fenomeno dei grandi raduni musicali, organizzati clandestinamente (c.d. rave party). I casi che si sono finora presentati hanno riguardato meeting, organizzati mediante un ‘passa parola’ clandestino, realizzato attraverso il web e soprattutto attraverso i social network, che si sono tenuti in aree di proprietà pubblica o privata invase illecitamente dai partecipanti”.

E’ quanto si legge nella relazione illustrativa allegata alla nuova norma, che prevede la reclusione da 3 a 6 anni per chi organizza i raduni, multe che vanno dai mille a 10mila euro e la misura della sorveglianza speciale. In più è prevista la confisca obbligatoria di tutto ciò che viene utilizzato per l’evento: veicoli, amplificatori, impianti stereo, strumenti musicali, strutture per il palco e altro.

Impostazioni privacy