La guerra in Ucraina passa anche dalla mobilitazione parziale chiesta da Putin: uno scherzo si trasforma in una dura realtà. La risposta e l’identità del protagonista lasciano senza parole.
Il conflitto in Ucraina è passato ad una nuova fase con l’annuncio in diretta tv di Vladimir Putin. Proprio dalle parole del presidente russo si è dedotto che la mobilitazione parziale potrebbe comportare una chiamata alle armi per migliaia di persone, da qui la fuga spasmodica oltre i confini nazionali.
Le differenze ovviamente ci sono e anche un semplice scherzo, ammesso che in questo caso ci sia voglia di farlo, arriva da una persona non di certo sconosciuta, anzi. Andare in guerra diventa in questo caso motivo una sorta di abuso di potere, della serie “non sai chi sono io“.
Il protagonista è Nikolay Peskov, figlio del portavoce di Putin, diventato oggetto di uno scherzo inscenato dal team dell’oppositore Aleksej Navalny. Il giovane avrebbe ricevuto il messaggio mediante una telefonata con la seguente frase “la convochiamo nell’ambito della mobilitazione, si presenti in caserma“. La conseguente risposta è stata “sistemerò tutto ai più alti livelli“, riferendosi al potere di suo padre.
Una finta telefonata per convocarlo in caserma, in vista della mobilitazione parziale ordinata da Vladimir Putin in persona, ha infatti scatenato un’accesa diatriba fra gli oppositori e il governo. Il figlio di Peskov ha creduto che la telefonata non fosse lo scherzo in realtà organizzato da Popular Politics, movimento vicino a Navalny.
Un oppositore del governo di Putin si è spacciato per un funzionario dell’ufficio leva, chiedendo di presentarsi in qualità di riservista. Le immagini hanno già fatto il giro della Rete e aumentato le polemiche. Dovrebbero essere circa in 300mila le persone potenzialmente da arruolare, tutti coloro che “hanno prestato servizio nelle forze armate o con esperienza in merito“, ha dichiarato Putin nel discorso alla nazione.
Da un lato della cornetta c’è Dmitry Nizovtsev, membro della Ong Anti-corruption Foundation, dall’altro il figlio del portavoce di Putin. “Sono il signor Peskov e non è del tutto corretto per me essere incluso. Se Vladimir Putin dice che devo andarci, ci andrò. Ma non dovrei essere presente nella lista“, ha ribadito Nikolay Peskov. Proprio il caso di dire ci sono figli e figli, anche in questo caso. Ecco le immagini circolate in Rete.
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