Colpo di Ferragosto, fermata la banda del buco | La confessione degli arrestati è surreale

Arrestati due componenti della Banda del buco di Roma. La confessione dei due indagati al giudice è surreale. Il colpo era previsto per Ferragosto. Ma chi sono gli altri complici? 

Una scusa a cui nessuno ha creduto quella che i due componenti dalla presunta Banda del buco hanno esposto davanti al giudice questa mattina nella prima udienza direttissima: “Passavamo di lì per caso”.

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Colpo di Ferragosto, fermati i componenti della banda del buco (Immagini rete)

I due uomini arrestati ieri dai carabinieri dopo il crollo del terreno in un tunnel all’interno di un negozio sfitto nel quartiere Aurelio di Roma dichiarano di non conoscere gli altri due “compari”. Ma i buchi neri in questa storia sono molti, iniziando dall’uomo incastrato nel tunnel e dai punti oscuri che ruotano intorno ai fatti accaduti ieri.

Fermata la banda del buco, la confessione dei due componenti arrestati è surreale

I due napoletani, Antonio Pinto, 46 anni e Mario Mazza di 57 sono comparsi davanti al tribunale stamattina per l’udienza in direttissima. I due componenti della banda del buco negano ogni accusa a loro carico e dichiarano di non conoscere gli altri due presunti complici.

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Banda del buco, fermati i componenti, la confessione dei due uomini è surreale (Immagine rete)

Dopo il crollo del tunnel in via Innocenzo XI nel quartiere Aurelio di Roma, gli inquirenti ipotizzano che i due uomini possano far parte della presunta banda del buco. Ma i due napoletani smentiscono e stamani durante la prima udienza in tribunale hanno detto:

“Stavamo passando in macchina per caso e abbiamo visto un ragazzo che chiedeva aiuto quando abbiamo visto il tunnel nel pavimento abbiamo avuto paura e ce ne siamo andati via. Mentre andavamo via ci ha accostato un’auto e ho visto le pistole ma non abbiamo capito che erano carabinieri perché era un’auto civetta”.

Banda del buco, chi sono gli altri componenti

Il bilancio parla di due persone arrestate di origini partenopee, Antonio e Maurizio e di altri due persone, di origini romane denunciate, di cui uno di questi, il 34enne è l’uomo rimasto incastrato per 8 ore sotto terra e salvato.

Ma la cronaca riporta i dubbi che, ora dopo ora, assalgono gli inquirenti dopo il crollo avvenuto ieri del tunnel scavato abusivamente all’Aurelio. Si ipotizza che proprio quel tunnel sarebbe potuto essere un futuro passaggio per mettere a punto un colpo grosso. Nel quartiere si vocifera di una presunta banda di ladri pronta ad assalire una banca non lontana da lì. Ma i carabinieri ritengono la pista non veritiera. Quindi, cosa è accaduto in via Innocenzo XI?

Il crollo del tunnel e l’uomo incastrato nelle macerie: cosa è accaduto in via Innocenzo XI

Tutto è iniziato nella tarda mattinata di ieri, giovedì 10 luglio, quando al 112 è arrivata una telefonata che ha lanciato l’allarme parlando di un uomo rimasto incastrato in un tunnel all’altezza di via Innocenzo XI, vicino la Basilica di San Pietro.

Intervengono i vigili del fuoco e con l’aiuto delle forze speciali individuano il punto dove un tunnel è crollato. Da sottoterra si sente una voce, è un uomo romano di 34 anni incastrato a 7 metri di profondità.

I soccorritori si mettono immediatamente all’opera e dopo 8 ore di duro lavoro, l’uomo viene estratto vivo dal sottosuolo e trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale San Camillo. Il salvataggio è accompagnato da fragorosi applausi di chi, in quelle ore, era rimasto ad osservare la scena.

Banda del buco, le prime indagini degli inquirenti | Il colpo era previsto per Ferragosto

Dopo le prime ore di timore per la vita di quell’uomo, la gente nel quartiere inizia a vociferare che si sia trattato di una banda di ladri. Le ore passano e le ipotesi sull’origine di quel tunnel scavato abusivamente, aumentano sempre più.

E mentre il 34enne romano è in ospedale, si sospetta sugli altri ipotetici “compagni di banda”. Tre uomini tutti con precedenti i quali avevano tentato una fuga, non riuscita, poiché bloccati dai carabinieri non distante dal crollo subito dopo il crollo.

È qui che iniziano una serie di punti oscuri sull’intera vicenda. Una delle ipotesi avanzata dagli investigatori è che i presunti componenti della banda avrebbero scavato quel tunnel per raggiungere probabilmente il caveau di una banca non distante da lì. Il colpo si ipotizza fosse previsto per il prossimo Ferragosto, quando la città si sarebbe svuotata.

Un secondo punto risiede nella telefonata fatta ai soccorsi. Chi sarebbe la persona che avrebbe allertato i vigili? Probabilmente si pensa sia stato proprio uno dei complici fermati dai carabinieri subito dopo il crollo. Al momento solo due dei presunti quattro componenti della banda del buco sono stati arrestati. Si aspettano nuove informazioni sulla vicenda che, sempre più, profuma di mistero.

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