Milano come una “war zone”: faida tra rapper | Chi sono Simba La Rue e altri 8 tutti arrestati

 Milano trasformata in “war zone”, un campo di battaglia tra rapper. È questo lo scenario che il gip di Milano Guido Salvini traccia nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 9 persone tra cui il trapper Simba La Rue.

Dagli insulti in corso Como per questioni musicali tra rapper, alle aggressioni per strada, fino al pestaggio e al sequestro per alcune ore del rivale Mohamed Amine Amagour, conosciuto dal suo pubblico come Baby Touché. Solo l’arresto di Simba La Rue, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida e di altre 8 persone ha fermato l’escalation di violenza. E che “con il passare del tempo produce crimini sempre più cruenti e pericolosi”, scrive il gip.

Simba La Rue Free.it 1280
Il trapper Simba La Rue, arrestato con altre 8 persone per la faida con il rivale Baby Touchè e la sua gang.

Tutti i blitz venivano ripresi. I video, poi, erano pubblicati su Instagram, dov’è stato aperto anche il canale che raccoglie e pubblica in presa diretta “tutti gli aggiornamenti relativi alla ‘faida’ in corso”. Simba La Rue insieme a Baby Gang – molto noto e già protagonista di diverse vicende giudiziarie – il trapper tunisino guida un gruppo che si riunisce vicino a piazza Prealpi a Milano. La tensione con altre ‘crew‘ è altissima, come ha dimostrato la sparatoria in piazza Monte Falterona, nel quartiere San Siro, dell’8 gennaio scorso. E gli attriti con la gang del cantante padovano Baby Touchè sono alle stelle.

I video dei rapper e la violenza per i fan

“Un tratto essenziale delle azioni di questi gruppi è contraddistinta dalla ‘spettacolarizzazione’ delle stesse, prima esaltate nei brani musicali e poi, quando concretamente avvengono, riprese, girando dei veri e propri film mediante i cellulari, da chi vi partecipa e diffuse con commenti entusiastici sui social network“, scrive il gip.

Baby Touchè Free.it 1280
Il trapper Baby Touchè che con Baby Gang gestisce un gruppo che si riunisce in piazza Prealpi.

E proprio l’ostentazione di violenza e spietatezza ad uso dei fan è una delle chiavi per comprendere il contesto in cui si sono mosse le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Francesca Crupi. Oltre agli arresti, questa mattina sono anche state effettuate perquisizioni nel corso delle quali a Simba La Rue è stata trovata una pistola calibro 6.35 con quattro proiettili.

L’aggressione e il rapimento di Baby Touchè

Gli episodi al centro delle indagini sono due. Il 1 marzo scorso due componenti del gruppo di Baby Touchè sono stati accerchiati e picchiati fuori da un bar in via Panfilo Castaldi a Milano. Uno di loro era stato ferito ad una gamba mentre l’altro ha riportato un trauma cranico. Le vittime sono anche state derubate del portafoglio e del cellulare.Ancora più grave è quello che è accaduto nella notte tra l’8 e il 9 giugno.

Baby Touchè era stato attirato da una ragazza – anche lei finita in carcere – in un trappola. Simba e altri componenti del suo gruppo lo aspettavano in via Boiafava, dove lo hanno picchiato. Poi lo hanno caricato in auto e sequestrato per un paio d’ore. Il tutto mentre su Instagram comparivano in diretta i video che documentavano il raid punitivo. Il cantante è stato rilasciato dopo alcune ore a Caloziocorte, in provincia Lecco. A dare l’allarme è stato il fratello, preoccupato. Ma quando i carabinieri lo hanno sentito, il 20enne ha definito l’episodio una “messa in scena”. “Con Simba La Rua abbiamo inscenato una finta faida fra di noi per fare spettacolo e per farci pubblicità”, ha fatto mettere a verbale.

Per il gip “le menzogne riferite da Baby Touchè” sono “finalizzate a non fare emergere l’esistenza di una faida tra le due bande nell’ambito della quale lui stesso è coinvolto per la commissione di gravi fatti di sangue”.

L’accoltellamento del rapper Simba La Rua

Il 16 giugno ad essere accoltellato gravemente è stato Simba La Rue, finito in ospedale a Bergamo. Una ritorsione “rivendicata sui social da uno dei membri della banda di Baby Touchè”. E non è stato l’unico episodio di una spirale di violenze che stava montando.  E anche per questo i 9 arrestati devono restare in carcere. 

Impostazioni privacy