Agenzia Delle Entrate, nasce Vera: come funziona il software anti-evasione | Attenzione ai social

Agenzia delle Entrate, i pagamenti digitali porteranno all’attuazione di una vera e propria rivoluzione: così si chiamerà anche il software.

Agenzia delle Entrate, the day after. Il giorno successivo all’obbligatorietà del pagamento in digitale, ovvero solamente con carta e bancomat, negli esercizi commerciali è scattata la ressa. Non tutti avevano la tecnologia a norma. Malgrado le prime avvisaglie, addirittura qualche sanzione, tutto procede secondo i piani. La strategia è capillare: pagare con la carta di credito serve a immagazzinare informazioni e movimenti.

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Agenzia delle Entrate, test per il software Vera (ANSA)

Tracciare il percorso del nostro denaro per individuare eventuali evasori. Il tasso di evasione fiscale in Italia è ancora in aumento. Un sensibile ribasso rispetto agli ultimi anni c’è, ma restano ancora immutati i grandi evasori, che sono quelli a cui si tenta di dare la caccia.

Agenzia delle Entrate, nasce Vera: cos’è e come funziona

Ora esiste anche una metodologia precisa che consiste nella scoperta di Vera: un software aggiornato promosso dall’Agenzia fiscale specializzato in incrocio e analisi dei dati. Le operazioni verranno numerate e classificate fino a creare un vero e proprio tracciamento: lo Stato avrà una mappa ideale di tutti i nostri spostamenti finanziari in una sorta di cervellone predisposto al controllo.

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Controlli anti-evasione, al vaglio un nuovo meccanismo (ANSA)

Vera, infatti, è lo pseudonimo di Verifica Rapporti Finanziari: questa macchina, dovrebbe – è ancora al vaglio – delineare le operazioni di ciascun contribuente. La tutela della privacy sarebbe inalterata, poiché ogni traccia sarà prima celata da numeri e pseudonimi che cesseranno – questo secondo le disposizioni – non appena dovesse esserci qualche incongruenza fra entrate e uscite.

Se c’è qualcosa che non torna, Vera fa scattare l’indagine ad ampio raggio che dovrebbe (anche questo è ancora da stabilire) coinvolgere addirittura i social. Le piattaforme social, spesso, mettono in luce le spese non autorizzate dei furbetti che non resistono all’idea di mostrare la propria condizione. In barba a chi, magari, è alle prese con conti e difficoltà. Il vero stallo, tuttavia, è proprio questo: capire dove sia il confine tra indagine e violazione. I commercialisti, a tal proposito, storcono il naso: Elbano de Nuccio – neo presidente dell’Associazione – parla di “innovazione positiva”, purché – specifica – si resti nei confini dell’indagine lecita e non si passi a un’arma ispettiva di massa. Il dibattito tiene banco, la sferzata contro gli eventuali furbetti sembra imminente.

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